Incognita Brexit, sterlina vira in rosso dopo rally più forte in due anni. Dubbi su estensione Art 50
Dietrofront della sterlina che, dopo aver messo a segno il rialzo più forte in quasi due anni successivamente all’esito del voto di Westminster, con cui i parlamentari britannici hanno bocciato l’opzione no-deal Brexit, vira in rosso e scende a $1,3240 circa.
La valuta era balzata del 2%, volando a $1,3350 e segnando il rally più forte dall’aprile del 2017, dunque in quasi due anni.
Ieri sera i parlamentari della Camera dei Comuni, nel votare una mozione con 321 voti favorevoli contro 278, hanno bocciato l’opzione no-deal Brexit (o anche Hard Brexit, uscita del Regno Unito dall’Ue senza accordo).
May aveva sperato che, con il passaggio al Parlamento del no-deal Brexit, vista come opzione default, i parlamentari si sarebbero in qualche modo rassegnati a votare di nuovo la sua proposta, pur di divorziare dal Regno Unito nella data fissata del prossimo 29 marzo senza una Hard Brexit.
La situazione rimane caotica. La Commissione europea ha, di fatto, ammonito i parlamentari britannici dichiarando che “non basta votare contro il ‘no deal’ e che è necessario “trovare un’intesa per un accordo”.
Oggi il Parlamento UK si riunisce per votare l’opzione dell’estensione dell’Articolo 50, mentre la premier Theresa May sta facendo pressioni affinché Westminster torni a esprimersi per la terza volta sulla sua proposta entro il 20 marzo, prima della riunione dei leader europei prevista nei due giorni successivi.
Se May dovesse subìre l’ennesima sconfitta al Parlamento UK (che sarebbe la terza), a quel punto l’incognita sarebbe sulla reale apertura, da parte dell’Unione europea, a concedere l’estensione dell’Articolo 50, in assenza di un’intesa interna al Regno Unito.