In Giappone ancora tassi negativi. Bank of Japan eccezione tra banche centrali mondiali
La Bank of Japan di Haruhiko Kuroda si conferma mosca bianca tra le banche centrali di molte altre economie, impegnate a scongiurare e a domare nuove fiammate dell’inflazione.
Oggi la banca centrale del Giappone ha confermato i tassi di interesse di riferimento al livello minimo di sempre, ovvero al -0,1%, il che significa che la politica monetaria si basa ancora sullo strumento dei tassi negativi, a cui la Bce di Christine Lagarde ha ormai rinunciato con le sue strette monetarie.
Il target sui rendimenti dei titoli di stato giapponesi JGB a 10 anni è stato confermato attorno allo zero.
La BOJ ha annunciato la decisione di porre fine al programma di finanziamenti anti-Covid, che scade questo mese. Ancora, prevede che sia i tassi di breve che di lungo termine rimarranno “ai livelli correnti o più bassi”.
Kuroda & Co hanno rimarcato di essere pronti a lanciare nuove manovre di politica monetaria espansiva “senza esitazione, in caso di bisogno, guardendo all’impatto della pandemia Covid sull’economia”.
“Dobbiamo essere vigili sui movimenti finanziari e del forex e sul loro impatto sull’economia e sui prezzi del Giappone”, si legge nel comunicato.
Lo yen si è indebolito fino a quota 145 contro il dollaro Usa dopo l’annuncio della BOJ.
“L’economia del Giappone è migliorata grazie alla ripresa dell’attività economica – con la salute dei cittadini protetta dal Covid (con i vaccini) – nonostante sia stata colpita da alcuni fattori come l’aumento dei prezzi delle commodities”, si legge nel comunicato stampa della banca centrale.
Rimangono forti i sell sullo yen, con il rapporto dollaro-yen che balza dello 0,57% a 144,85, beneficiando dell’atteggiamento hawkish della Fed di Jerome Powell.
Ieri la Federal Reserve ha alzato di nuovo i tassi Usa di 75 punti base, portandoli nel range compreso tra il 3% e il 3,25%, al record dal 2008, e procedendo alla terza stretta consecutiva di 75 punti base.