Immatricolazioni auto Ue: ancora cali a febbraio, elettrico in controtendenza

Nel mese di febbraio sono state immatricolate in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) 963.540 autovetture con una contrazione del 3,1% rispetto all’analogo mese nel 2024 e un calo decisamente più grave (-16,2%) nei confronti dei livelli ante-crisi da pandemia, cioè nei confronti del 2019. In rosso sono anche i risultati del primo bimestre che ha chiuso con 1.959.580 immatricolazioni con un calo del 2,6% sullo stesso periodo del 2024 e di ben il 17,5% sul livello ante-pandemia. Il calo interessa quasi tutti i mercati dell’area con pochissime eccezioni in paesi decisamente marginali.
“Le ragioni di questa situazione sono ben note e sono riconducibili essenzialmente all’imposizione da parte dell’Unione Europea di una transizione energetica che prevede l’abbandono dei motori a combustione interna entro il 2035”, segnala il Centro studi promotor in una nota.
Nel consuntivo del primo bimestre la quota delle elettriche nelle vendite in Europa Occidentale è, però, in recupero ed è salita dal 12,5% del 2024 al 16,9% e questo anche grazie al contributo del grande mercato del Regno Unito in cui la quota delle elettriche è salita al 22,8% anche se, come afferma, Mike Hawes, amministratore delegato dell’associazione dei produttori e commercianti di automobili del Regno Unito (SMMT), questo risultato è stato ottenuto “grazie ad un costo enorme per i produttori in termini di supporto al mercato”. Tra i grandi mercati del continente all’estremo opposto rispetto al Regno Unito vi è proprio il mercato italiano in cui la quota delle elettriche nel primo bimestre 2025 ha toccato il 5%.
D’altra parte, sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, i costruttori italiani di auto e di componenti per l’auto non possono certo investire per sostenere la transizione energetica dato che debbono impegnarsi fortemente per sopravvivere in un mercato sempre più aperto a concorrenti particolarmente aggressivi.