Giorgia Meloni e quella frase sulla Bce. Il commento di Orcel, numero uno di UniCredit
Cosa pensa il numero uno di UniCredit Andrea Orcel delle parole che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha utilizzato nel descrivere la politica della Bce guidata da Christine Lagarde che proprio oggi, tra l’altro, dovrebbe fare l’ennesimo grande annuncio su un nuovo rialzo dei tassi? E’ la domanda che La Stampa ha rivolto al ceo di Piazza Gae Aulenti, nell’intervista pubblicata oggi sul quotidiano.
“La Bce ha un lavoro molto difficile. Oltre a ciò, rispetto agli Stati Uniti, deve combattere un’inflazione diversa. La nostra si applica su un’economia molto più debole ed è più concentrata su alcune parti dell’offerta. Dunque, è meno chiaro quale impatto avrà l’aumento dei tassi rispetto a quello americano. Se non bastasse, oltreoceano l’economia è molto più elastica della nostra, si aggiusta molto più rapidamente”.
Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso alla Camera, riguardo alle strette monetarie lanciate dalla Bce:
La decisione della Bce, al pari di altre banche centrali, per la prima volta dopo 11 anni, a rialzare i tassi di interesse è “da molti reputata una scelta azzardata e che rischia di ripercuotersi sul credito bancario a famiglie e imprese, e che si somma a quella già assunta dalla stessa Banca centrale di porre fine, a partire dal 1° luglio 2022, al programma di acquisto di titoli a reddito fisso sul mercato aperto, creando una difficoltà aggiuntiva a quegli Stati membri che hanno un elevato debito pubblico”, ha detto Meloni. Immediata la reazione a livello internazionale, con Bloomberg News ch4e ha bollato le parole della Meloni come l’attacco più diretto finora da parte di un politico della zona euro contro il rialzo dei tassi della BCE.
E’ stata la stessa Lagarde alla fine di settembre a preannunciare che “continueremo ad alzare i tassi nell’arco dei prossimi e diversi meeting” del Consiglio direttivo, confermando la determinazione della banca centrale a sconfiggere la fiammata dell’inflazione dell’Eurozona.
Lagarde ha ricordato che l’obiettivo è di “riportare l’inflazione (dell’area euro) al 2% nel medio termine”, che questo “è l’obiettivo principale e ciò che dobbiamo fare”.
Lo scorso 8 settembre, pochi giorni prima delle elezioni politiche italiane del 25 settembre, che hanno certificato la vittoria del centrodestra, la Bce ha alzato i tassi dell’area euro di 75 punti base, con la stretta monetaria più forte dalla nascita dell’euro, in un contesto di guerra in cui secondo diversi economisti la recessione è già realtà.
Non ha gradito la maxi stretta monetaria Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (FdI):
“Sulla scelta che ha fatto oggi la Bce esprimo delle perplessità”, aveva così commentato Meloni durante la campagna elettorale.
“Anche la Federal Reserve – aveva detto Meloni – ha alzato i tassi per cercare di contenere l’inflazione, solo che lì c’è oggettivamente un’inflazione dovuta a una economia che corre, un’inflazione endogena si direbbe, mentre il caso dell’Europa è di un’inflazione esogena: un’inflazione che deriva dall’aumento del prezzo dell’energia, dall’aumento del prezzo delle materie prime”. Di conseguenza, continuava Meloni in un’intervista rilasciata a Sky Tg24, “in questo caso, aumentare i tassi temo che più che contenere l’inflazione possa comprimere ulteriormente un’economia che già sta stentando. È una scelta sulla quale mi interrogo e temo che non abbia il risultato che Christine Lagarde spera”.
Lo scorso 8 settembre la Bce ha portato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente all’1,25%, all’1,50% e allo 0,75%. Gli analisti prevedono per oggi una nuova stretta monetaria di 75 punti base dopo che all’inizio di ottobre l’Eurostat ha annunciato che il tasso di inflazione annuo dell’area euro si è attestato al 9,9% a settembre rispetto al 9,1% di agosto. Un anno prima, il tasso era del 3,4%. I dati pubblicati da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, hanno0 evidenziato una lieve e trascurabile revisione al ribasso rispetto al +10% a/a indicato nella prima lettura flash.