Ftse Mib scivola sotto 22mila punti, in coda Banco BPM e Saipem
Forti vendite in avvio di settimana con dollaro in ulteriore apprezzamento. Si guarda al meeting Fed del 20-21 settembre che dovrebbe apportare il terzo aumento consecutivo di 75 punti base dei tassi di interesse, anche sei i futures mostrano una probabilità del 20% di una stretta di ben 100 bp. Focus anche sulle previsioni “dot plot” dei membri della Fed per i tassi, che probabilmente saranno da falco, portando il tasso al 4%-4,25% entro la fine di quest’anno e la possibilità di un’ulteriore salita l’anno prossimo.
I mercati sono reduci da una settimana difficile che ha visto l’S&P 500 scivolare indietro di quasi il 5% e i rendimenti dei Treasury a 2 anni portarsi al 3,92%, sui massimi dal 2007 sui crescenti timori recessivi. Secondo la World Bank c’è il rischio concreto che i rialzi aggressivi dei tassi da parte delle banche centrali portino a una recessione globale nel 2023.
A Milano l’indice Ftse Mib segna un calo dello 0,97% a 21.895 punti. In coda le banche con -2,63% per Banco BPM e -2 per cento per Unicredit. In rosso anche Bper (-1,6%). Il Tribunale di Genova ha respinto il ricorso cautelare presentato da Malacalza Investimenti S.r.l., azionista di minoranza di Banca Carige, con il quale quest’ultimo aveva chiesto di inibire a BPER l’esercizio del diritto di acquistare le azioni ordinarie residue emesse da Carige a seguito del raggiungimento della soglia del 95% del capitale ordinario della stessa Carige.
Tra gli altri titoli Saipem segna -3%, in calo anche oggi TIM (-1,15%) che in avvio ha toccato i nuovi minimi storici a 0,1763 euro.