Ftse Mib continua l’agonia: chiude a -3,28% con tonfo per utility e finanziari
Piazza Affari non si rialza a chiude anche oggi in forte calo. Il Ftse Mib, arrivato a guadagnare il 4% circa in mattinata dopo il crollo dell’11% di ieri, alla fine ha chiuso a 17.870 punti (-3,28%). Pesa la prospettiva emersa nel primo pomeriggio di un blocco totale di ogni attività in Lombardia e Veneto per fronteggiare l’emergenza contagi da coronavirus. I governatori di Lombardia e Veneto chiedono infatti un ulteriore irrigidimento delle misure per il contenimento dell’epidemia, compreso lo stop dei mezzi pubblici locali, negozi e ufficio per i prossimi 15 giorni. Rimarrebbero aperti solo i servizi essenziali quali farmacie e supermercati.
ENI ha dilapidato nel finale il rimbalzo (era arrivata a +10%, per poi chiudere a +0,8% dal +10%) dopo il crollo del 20% di ieri che aveva spinto il colosso del cane a sei zampe sui minimi da oltre 23 anni.
Tonfo del 5,65% a 6,704 euro per Enel, il titolo di maggior peso del Ftse Mib. Molto male anche le altre utility con -5,65% per Italgas e oltre -6% Hera. Contiene i cali a -2,8% Terna che ha presentato il piano al 2024 che prevede 7 mld di euro di investimenti per la transazione energetica.
Sono fioccate le vendite sui titoli del risparmio gestito. Dopo una prima parte di giornata in buon rialzo, il settore paga dazio con chiusure a oltre -6% per Azimut, Banca Generali e Poste Italiane. Oltre -7% invece per Finecobank.
In calo dell’8% il titolo Atlantia sulla scia della notizia riportata da Il Sole 24 Ore secondo cui il governo sarebbe contrario al progetto di conferimento di ASPI in f2i. ASPI avrebbe presentato una propria proposta al governo, già riportata dalla stampa (taglio tariffe fino al 5%, investimenti ed altri interventi per oltre 4 bn), ma il governo in questo momento, probabilmente anche per l’emergenza Coronavirus, avrebbe chiuso i contatti.
Nervose infine le banche con Banco BPM (-4,95%) ai nuovi minimi storici. Calo del 3,48% per Unicredit a 8,314 euro.