Eni: utile netto a 1,09 miliardi. Descalzi: “Confermata qualità e robustezza del portafoglio”
Eni chiude il primo trimestre dell’anno con un utile netto a 1,09 miliardi di euro e utile netto adjusted a 992 milioni di euro, in linea con primo trimestre 2018 (+4% escludendo gli effetti IFRS 16). L’utile operativo adjusted Exploration & Production è pari a 2,31 miliardi di euro, +11% rispetto al primo trimestre 2018. L’incremento si ridetermina in +25% escludendo dal periodo di confronto il contributo della ex-controllata Eni Norge, oggetto di business combination con Point Resources con la costituzione di Vår Energi valutata ad equity, operativa dall’1/1/2019.
La Generazione di cassa operativa si attesta a2,1 miliardi di euro e include un pagamento straordinario per la definizione di un arbitrato (€330 milioni). Escludendo dal valore 2019 tale pagamento ed il beneficio apportato dall’IFRS 16, risultato in linea con il primo trimestre 2018. L’indebitamento finanziario netto del gruppo del cane a sei zampe si attesta a 14,5 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi relativi alla lease liability di competenza dei partner nelle Joint Operation upstream operate da Eni. Escludendo integralmente l’effetto dell’applicazione dell’IFRS 16, il debito netto si ridetermina in 8,68 miliardi di euro.
Gli investimenti netti si attestano a 1,85 miliardi di euro, al netto dell’acquisto di riserve in Alaska e in Algeria (effetti IFRS 16 non significativi). In merito all’outlook 2019, sulla produzione di idrocarburi Eni conferma la crescita del 2,5% su base annua allo scenario di budget di 62 dollari al barile e al netto delle operazioni di portafoglio. La crescita – dice il gruppo nella nota – sarà sostenuta dai ramp up dei giacimenti avviati nel 2018, dalla crescita di Zohr e di Kashagan oltreché dagli avvii pianificati del progetto Area 1 nell’offshore del Messico, Baltim SW in Egitto, Berkine North in Algeria e Trestakk in Norvegia. Previsto un contributo annuo da avvii/ramp up di circa 250 mila boe/giorno. La crescita vs il 2018 sarà evidente dal terzo trimestre dopo le fermate manutentive concentrate nel secondo trimestre 2019 (Kashagan e Goliat). Infine per quanto riguarda le risorse esplorative viene confermato il target di risorse equity di 600 milioni di boe nell’anno.
Claudio Descalzi, AD di Eni, ha commentato: “Sono molto soddisfatto dell’eccellente performance industriale e finanziaria realizzata da Eni nel primo trimestre 2019. In particolare, il business E&P, in presenza di uno scenario di mercato sostanzialmente invariato, migliora i propri risultati economici del 25% rispetto al primo trimestre 2018, a conferma di una generazione di cassa ad anno intero in crescita. Anche i risultati del settore G&P sono in miglioramento: l’utile operativo aumenta del 16% a €372 milioni e questo ci dà ulteriore conforto sul conseguimento dell’obiettivo di €500 milioni di risultato ad anno intero. Il downstream R&M e Chimica attenua l’effetto di uno scenario margini recessivo e mantiene l’aspettativa di un ampio recupero nei prossimi nove mesi, soprattutto nella Raffinazione e nel Marketing oil. Complessivamente, la gestione del primo trimestre ha generato un flusso di cassa da risultato di €3,42 miliardi, in crescita dell’8% e superiore di €1,5 miliardi agli investimenti di periodo, che sono stati pari a circa €1,9 miliardi, in linea con le aspettative di un valore di €8 miliardi ad anno intero. Il Gruppo quindi conferma la qualità e robustezza del proprio portafoglio, capace di coprire nel 2019 costi, investimenti e dividendi ad un prezzo Brent di $55 e di generare, in caso di prezzi superiori come nel momento attuale, cassa in eccesso”.