Eni sorpresa per la decisione dell’Antitrust, contestazioni infondate. Ricorrerà al Tar del Lazio
Eni ha appreso “con grande sorpresa” la decisione dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di sanzionare la società con una multa di 5 milioni e di considerare “ingannevoli” i claim ambientali e alcune descrizioni prestazionali contenuti nei messaggi pubblicitari relativi al carburante Eni Diesel+. Così il gruppo del Cane a sei zampe in una nota diffusa in seguito al provvedimento dell’autorità.
Eni fa sapere di aver illustrato nel corso del procedimento le ragioni per cui le contestazioni avanzate devono considerarsi infondate e di aver presentato alcune evidenze che confermano la correttezza metodologica e informativa della propria comunicazione commerciale.
Quanto ai dubbi sollevati circa il fattore green di diesel+, Eni ribadisce che il tratto distintivo del prodotto è la sua componente HVO (Hydrotreated vegetable oil) che, grazie a un rivoluzionario processo di idrogenazione degli oli vegetali, attribuisce al combustibile proprietà assolutamente uniche sotto il profilo ambientale. Eni sottolinea che è “l’unico prodotto disponibile a livello nazionale contenente il 15% di componenti rinnovabili, a fronte del limite tecnico di miscelazione del 7%, che caratterizza gli altri carburanti, e che, ove superato, potrebbe compromettere lo stesso funzionamento dei veicoli”. Inoltre, sottolinea la società nella nota, per la produzione della componente HVO, vengono utilizzate solo basi rinnovabili certificate come “sostenibili” dai più autorevoli schemi di certificazione riconosciuti a livello europeo. E una componente rinnovabile è definita “sostenibile” dalla normativa solo se garantisce una riduzione delle emissioni climalteranti (CO2) almeno pari al 50% rispetto alla componente fossile.
Per quanto riguarda l’aspetto contestao dall’Antitrust sulla riduzione delle emissioni, Eni precisa che è stata quantificata nella misura del 5%, adottando lo standard “Well to Wheels”, ossia una metodologia riconosciuta che lo stesso Centro di Ricerca della Commissione europea (JRC) utilizza proprio per valutare le emissioni di CO2 connesse al ciclo di vita dei carburanti.
Quanto ai rilievi sulle descrizioni prestazionali del Diesel+, Eni risponde che i test di performance in sede di utilizzo dei veicoli sono stati condotti dal centro di rilevazione più accreditato a livello nazionale, ossia il CNR – Istituto Nazionale Motori, e tali test hanno confermato come il carburante comporti una significativa riduzione dei consumi e delle emissioni gassose inquinanti misurate allo scarico, “a conferma che tutti i benefici rivendicati sono effettivi e documentati”.
“L’Autorità non contesta queste risultanze tecniche ma ritiene, in via del tutto innovativa, che disporre di risultati indiscussi di minore impatto ambientale rispetto ai prodotti alternativi non sia sufficiente per vantare la valenza green del prodotto, che nella percezione del consumatore avrebbe un significato assoluto e non relativo”, spiega Eni che ribadisce: “Non è dunque in discussione che Eni Diesel +, grazie alla componente HVO, abbia performance ambientali migliori rispetto ai carburanti tradizionali, ma si contestano le modalità espressive utilizzate e in particolare l’utilizzo del termine green, con argomentazioni puramente semantiche che Eni ritiene non condivisibili”.