ENI contiene calo a -2,5% nonostante tracollo petrolio, nuovo sprint di Telecom
Piazza Affari chiude in calo (-1,27% a 15.120 punti per il Ftse Mib) dopo una seduta difficile anche complici i forti movimenti dello spread.
Tra le big di Piazza Affari scatto in avanti del 2,97% per Enel, il titolo di maggior peso di tutto il listino. Male ENI (-2,51%) che ha comunque contenuto le perdite davanti al crollo verticale del petrolio (WTI fino a -15% sui minimi a 18 anni). Tra i titoli in rialzo spicca invece Telecom Italia (+9,94% a 0,359 euro) che già ieri era balzata di oltre l’11% in scia al rally del settore dopo i conti 2019 oltre le attese della francese Iliad.
Maglia nera di giornata a STM (-13,77%), seguita a ruota da CNH (-13,3%). Calo di oltre il 10% per FCA a 6,11 euro. Il titolo del colosso auto italo-statunitense è stato a lungo sospeso oggi per eccesso di ribasso sul prezzo di controllo. Nell’ultimo mese le quotazioni di FCA si sono dimezzate e la capitalizzazione con il calo di oggi è scivolata sotto il muro dei 10 miliardi di euro.
Pesano le forti ricadute che deriveranno dall’emergenza coronavirus. Dopo lo stop deciso alla produzione per due settimane in Italia, Serbia e Polonia, le previsioni sono di uno shock della domanda in Europa a partire da marzo e per tutti i mesi che si estenderà l’emergenza nei maggiori paesi UE.
Oltreoceano la United Auto Workers (UAW), il maggiore sindacato auto degli Usa, ha chiesto la chiusura degli impianti per due settimane ai tre colossi di Detroit (GM, FCA e Ford) che hanno concordato con il sindacato di ridurre parzialmente la produzione e limitare il numero di lavoratori in fabbrica per ridurre il rischio legato al covid-19 (previste anche pause più lunghe per permettere la pulizia dei locali e distanze di sicurezza tra gli operai). Oggi però sempre la UAW ha chiesto a General Motors, Ford e Fiat Chrysler di riconsiderare il tutto visto che Honda ha annunciato che i suoi impianti nordamericani interromperanno la produzione per sei giorni a partire dal 23 marzo.