Elon Musk chiede l’archiviazione della causa su Dogecoin da 258 miliardi di dollari: “tutta fantasia”
Elon Musk ha chiesto venerdì a un giudice statunitense di respingere una causa da 258 miliardi di dollari che vede il patron di Tesla al banco degli imputati con l’accusa di aver gestito uno schema piramidale per sostenere la criptovaluta Dogecoin.
In un deposito presso la corte federale di Manhattan, gli avvocati di Musk e della sua azienda di auto elettriche Tesla anno definito la causa intentata dagli investitori di Dogecoin una “fantasiosa opera di fantasia” per i “tweet innocui e spesso sciocchi” di Musk su Dogecoin. Gli avvocati hanno affermato che gli investitori non hanno mai spiegato in che modo Musk intendesse frodare qualcuno o quali rischi nascondesse, e che le sue dichiarazioni del tipo “Dogecoin Rulz” e “nessun alto, nessun basso, solo Doge” erano troppo vaghe per sostenere una richiesta di risarcimento per frode.
“Non c’è nulla di illegale nel twittare parole di sostegno o immagini divertenti su una criptovaluta legittima che continua ad avere una capitalizzazione di mercato di quasi 10 miliardi di dollari”, hanno dichiarato gli avvocati di Musk. “Questa corte dovrebbe porre fine alla fantasia del querelante e respingere la denuncia”. In una nota a piè di pagina, gli avvocati hanno anche respinto la richiesta degli investitori di considerare Dogecoin come un titolo. L’avvocato degli investitori, Evan Spencer, ha dichiarato in una e-mail: “Siamo più che mai fiduciosi che il nostro caso avrà successo”. Gli investitori hanno accusato Musk, la seconda persona più ricca del mondo secondo Forbes, di aver deliberatamente fatto salire il prezzo di Dogecoin di oltre il 36.000% in due anni e di averlo poi lasciato crollare. Anche la Dogecoin Foundation, un’organizzazione no-profit, è imputata e chiede l’archiviazione della causa.
I post di Musk su Twitter, di cui è proprietario, hanno provocato diverse azioni legali. Il 3 febbraio ha ottenuto una vittoria in tribunale quando una giuria di San Francisco lo ha dichiarato non responsabile per aver twittato nell’agosto 2018 di aver organizzato un finanziamento per rendere Tesla privata.