News Notizie Valute e materie prime Ecco perché l’oro ha perso la corona di bene rifugio

Ecco perché l’oro ha perso la corona di bene rifugio

16 Settembre 2022 17:25

Secondo Robert-Jan van der Mark, gestore investimenti multi-asset di Aegon AM, la reputazione appannata dell’oro come efficace copertura contro l’inflazione sarà ripristinata solo quando il dollaro statunitense inizierà a indebolirsi, come negli anni Settanta. All’epoca della grande inflazione degli anni ’70, anche i prezzi dell’oro hanno sottoperformato nella prima metà del decennio. Solo quando il dollaro ha iniziato a deprezzarsi, l’oro ha iniziato a salire di prezzo. Questo ci dice che il ‘Re Dollaro’ deve svanire prima che l’oro possa iniziare a brillare.

La maggior parte degli investitori suppone che l’alta inflazione e i disordini geopolitici siano l’ambiente ideale per un’azione positiva sui prezzi dell’oro, che da tempo funge da tradizionale bene rifugio. Tuttavia, negli ultimi mesi l’oro non è riuscito a cogliere alcun rialzo dovuto all’inflazione o alle dinamiche dei beni rifugio, portando gli investitori a mettere in discussione il suo ruolo storico nei portafogli.

Beni rifugio: Oro vs. Titoli di Stato USA

Secondo quanto scrive Robert-Jan van der Mark di Aegon AM, l’oro è il cane che non ha abbaiato. Soprattutto perché ci sono alcuni fattori chiave che agiscono contro di esso. L’oro, ad esempio, è in competizione con i titoli del Tesoro Usa nella sua funzione di bene rifugio. Fino a poco tempo fa, i bassi tassi delle banche centrali statunitensi rendevano l’oro relativamente interessante. Ma il rapido aumento dei tassi d’interesse statunitensi, così come il rendimento reale delle obbligazioni legate all’inflazione, che è tornato positivo, ha determinato un costo di carry più elevato rispetto ai titoli del Tesoro Usa, facendo perdere all’oro la sua brillantezza.

L’altro problema è che l’oro è denominato in dollari. Il rafforzamento della valuta Usa ha colpito gli acquirenti d’oltreoceano che rappresentano una fetta non indifferente della domanda. A livello globale, infatti, oltre il 50% della richiesta di oro proviene da Cina e India, Paesi che acquistano in valuta locale e che sono stati frenati dal forte apprezzamento del biglietto verde – causato da disordini geopolitici e dal crescente differenziale dei tassi di interesse tra il dollaro e le altre principali valute.

Per Robert-Jan van der Mark, il dollaro rimarrà forte nel prossimo futuro

Inoltre, van der Mark fa notare che con il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha recentemente rilasciato una dichiarazione da falco a Jackson Hole, allontanando le previsioni del mercato di tagli dei tassi per il 2023, non vediamo ragioni per cui il dollaro si indebolirà nel prossimo futuro, smorzando ulteriormente le prospettive di apprezzamento del prezzo dell’oro a breve termine.