CsC: a inizio 2020 persiste una sostanziale stagnazione. Rischi dalla Cina ma i mercati finora reggono
L’economia italiana stenta e inizia anche il 2020 senza crescita: export in difficoltà, occupati stabili, segnali contrastanti sui consumi, manca il credito alle imprese. Gli investimenti cresceranno? Così si chiede il Centro Studi di Confindustria nella consueta Congiuntura flash di febbraio secondo cui a inizio 2020 persiste una sostanziale stagnazione, che segue la flessione di fine 2019 (-0,3% stimato nel 4° trimestre).
La possibile ripartenza dell’Italia è messa a rischio dall’epidemia del coronavirus? Prima del propagarsi del Covid-19, in base agli andamenti settoriali, il CsC per il 1° trimestre prevedeva un recupero della spesa in beni di capitale. Ciò era coerente con gli indicatori disponibili: nelle indagini di ISTAT e Banca d’Italia le imprese esprimevano valutazioni un po’ più favorevoli su ordini e domanda estera a inizio anno. L’epidemia mette a rischio questi sviluppi e, comunque, si tratterebbe solo di un parziale recupero di quanto perso a fine 2019.
Che cosa aspettarsi per l’intero 2020? Il CSC a ottobre scorso prevedeva un contenuto aumento degli investimenti nel 2020 (+1,1%). Tuttavia, con il profilo nel 2019 rivelatosi più debole dell’atteso, il trascinamento per il 2020 è caduto a -0,6%. Aggiungendo l’attesa di mini-recupero nel 1° trimestre, si arriva a una variazione acquisita di poco meno negativa. A quel punto, risulterebbe molto poco probabile mantenersi sopra il +1,0% in media d’anno: servirebbe un +1,0% in ognuno degli altri 3 trimestri. Un profilo così positivo è stato registrato nel 2017, ma il contesto era molto più roseo di quello attuale. Le previsioni più recenti per gli investimenti nel 2020, diffuse da diversi istituti, sono infatti più basse: da un minimo di zero a un massimo di +0,4%. Dunque, la crescita italiana quest’anno sembra aver già perso uno dei suoi possibili motori.