Crollo ponte Morandi, revoca concessione ad Autostrade: Stato rischia penale da 20 miliardi
Se davvero il governo M5S-Lega passerà dalle parole ai fatti, revocando la concessione autostradale ad Autostrade per l’Italia, a seguito della tragedia del crollo del Ponte Morandi, la penale a carico dello stato potrebbe essere altissima.
Il contratto siglato con la convenzione tra Anas e Autostrade nel 2007 prevede che la concessione scada nel 2042. Per porre fine all’accordo, deve verificarsi una “grave inadiempienza”.
Per inadempienza si può intendere anche il mancato “mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse”.
In quel caso Anas potrebbe subentrare ad Autostrade versando però una penale, il cui importo, si legge nel contratto, dovrebbe corrispondere al “valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi oneri, investimenti e imposte nel medesimo periodo”.
Si tratterebbe di una penale calcolata in 20 miliardi di euro, se si considera che Autostrade ha incassato nell’ultimo anno un utile di un miliardo e 968 milioni.
Autostrade per l’Italia è controllata da Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton. Atlantia ha chiuso il 2017 con ricavi operativi per quasi 4 miliardi, un utile d’esercizio di 1,042 miliardi e investimenti operativi per 556 milioni.