Coronavirus, Burioni: primo a dire che non è un raffreddore. Ma non è neanche la peste’
“Sono il primo a dire che il coronavirus non è un raffreddore. Ma questo non significa che sia la peste”. E’ quanto ha detto l’immunologo Roberto Burioni in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Il medico ha sottolineato che “per tranquillizzare le persone bisogna raccontare quello che accade con chiarezza e con calma. Se dici che è solo un raffreddore e poi però chiudi le scuole, generi panico”.
“In un momento in cui serpeggia il panico, sento il dovere di usare i canali di fiducia che ho aperto con le persone in questi anni per compiere un’operazione di verità”.
Burioni ha ammesso di essere rimasto deluso dall’Europa.
“Sono cresciuto con il mito degli Stati Uniti d’Europa. Vedere che non riesce a gestire neanche questa emergenza. Il virus non è una questione divisiva come i migranti. Bastava fissare una linea comune, con le stesse regole a Parigi e a Milano e ci si sarebbe tranquillizzati l’un l’altro. Non si possono chiudere frontiere che non ci sono più”.
Intanto in Italia, in base agli aggiornamenti forniti dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli, ci sono 424 contagiati, a fronte di 12 decessi provocati dal COVID-19, la malattia provocata dal coronavirus.
I 424 contagiati sono conteggiati sulla base dei dati delle Regioni: 258 sono in Lombardia, 87 in Veneto, 47 in Emilia Romagna, 16 in Liguria, 1 in Piemonte, 3 in Lazio, Marche e Sicilia, 2 in Toscana, 1 Bolzano.