BTP: tassi Italia rimangono più alti che in Grecia. Effetto Bank of Japan si somma a mossa Bce
Lo shock della Bank of Japan ha ripercussioni anche sui BTP e, in generale, sui tassi dei titoli di stato dell’area euro.
Da notare come il livello dei rendimenti dei BTP a 10 anni rimanga superiore ai tassi dei bond sovrani della Grecia. Il superamento è avvenuto con l’ansia sui BTP scatenata dalla Bce la scorsa settimana.
La Banca centrale europea di Christine Lagarde ha confermato la propria determinazione a sconfiggere la fiammata dell’inflazione nell’area euro, alzando i tassi di 50 punti base, promettendo l’arrivo molto probabile di altre strette di 50 punti base in futuro e lanciando anche il QT-Quantitative Tightening.
Oggi, la stangata sofferta già dai BTP (che si è riflessa nell’aumento dello spread BTP-Bund) è arrivata anche dal Giappone.
I tassi dei BTP a 10 anni, già reduci dallo shock firmato Bce, sono saliti, stando alle rilevazioni di Bloomberg, fino a +8 punti base al 4,45%, mentre i rendimenti a due anni sono balzati di 5 punti base al 3,173%.
I tassi dei bond sovrani spagnoli sono avanzati anch’essi di 8 punti base al 3,37%, mentre i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni della Grecia hanno messo a segno un incremento di 6 punti base, al 4,403%.
Alle 13.11 ora italiana, i tassi sui BTP a 10 anni riducono i guadagni, attestandosi al 4,41%, a fronte di tassi sui Bund a 10 anni al 2,26%, fattore che porta lo spread BTP-Bund a scendere in modo lieve attorno a 216 punti base.
Con quello che è stato il suo ultimo atto del 2022, la Bank of Japan guidata da Haruhiko Kuroda ha annunciato di aver lasciato il costo del denaro del Giappone invariato a -0,1% ma di aver apportato anche una modifica al YCC (Yield Curve Control), ovvero allo strumento di controllo della curva dei rendimenti.
Di fatto, la banca centrale del Giappone ha aumentato il range di oscillazione dei tassi dei titoli di stato del Giappone, dalla precedente forchetta compresa tra -0,25% e 0,25% alla nuova banda, compresa tra il -0,5% e il +0,5%.
Questo significa che la banca centrale permetterà ai tassi di lungo termine di salire da 25 punti base (il precedente limite fissato con la politica YCC) a 50 punti base, il limite annunciato oggi.
Così gli analisti di Mps Capital Services:
“E’ proseguita anche ieri la fase di repricing sul comparto dei bond governativi post Banche centrali, con il movimento di rialzo dei rendimenti che per il momento non riesce a trovare una pausa. Questa mattina, la decisione a sorpresa della BoJ sta amplificando il movimento, con il tratto a lungo termine che risulta essere quello maggiormente penalizzato. Il tutto si sta traducendo in uno steepening delle curve sia in Eurozona che negli Usa”-
Riguardo in particolare all’area euro e ai BTP, “nel frattempo, dal fronte BCE proseguono le dichiarazioni a conferma dell’atteggiamento restrittivo emerso nell’ultima riunione. Il Presidente della Bundesbank, Nagel, ha sottolineato che la strada per raggiungere l’obiettivo d’inflazione è ancora lunga e che ulteriori rialzi da 50pb saranno necessari in futuro”, mentre “sul fronte macro, buone notizie sono giunte dai prezzi alla produzione tedesca di novembre che sono scesi per il secondo mese consecutivo (-3,9% m/m), con il dato tendenziale che è sceso ai livelli minimi da febbraio scorso (28,2% a/a). Tuttavia i prezzi dell’elettricità sono tornati a salire nell’ultimo mese, il che potrebbe frenare il rallentamento in atto nel corso del prossimo mese”.