Btp a 30 anni: la domanda è stata per quasi 48 miliardi, soprattutto dall’estero
360 investitori per una domanda complessiva pari a poco meno di 48 miliardi di euro per il nuovo Btp a 30 anni, con scadenza 1 settembre 2050 e cedola annua del 2,45%. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha snocciolato i dettagli dell’emissione. Più dei due terzi del collocamento è stato sottoscritto da fund manager (67,9%), mentre le banche ne hanno sottoscritto il 13,3%. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 12,1% (in particolare il 6,4% è stato allocato a banche centrali e istituzioni governative, mentre il 5,7% è andato a fondi pensione e assicurazioni). Agli hedge fund è stato allocato il 6,5% dell’ammontare complessivo. Le imprese non finanziarie hanno partecipato all’emissione con una quota residuale pari allo 0,1% circa.
La distribuzione geografica del titolo è stata estremamente diversificata, con una partecipazione che ha visto il coinvolgimento di oltre 35 paesi: gli investitori esteri si sono aggiudicati circa i due terzi dell’emissione (68,1%), mentre gli investitori domestici ne hanno sottoscritto il 31,9%. Tra gli investitori esteri, di rilievo è stata in particolare la quota sottoscritta da investitori residenti nel Regno Unito (18,3%) e dagli investitori nordamericani (15,1%). Il resto del collocamento è stato allocato in larga parte in Europa continentale (30,7%), ed in particolare in Francia (8,4%), in Germania, Austria e Svizzera (8,3%), nei Paesi Scandinavi (7,6%), nei paesi della penisola iberica (4,0%) e in altri paesi europei (2,4%). Significativa la partecipazione di investitori asiatici, che si sono aggiudicati il 3,7% dell’emissione, mentre una quota residuale pari a allo 0,3% è stata allocata ad investitori residenti in altri paesi.