Bper acquista Unipol Banca, rilevato 49% del Banco Sardegna
Il consiglio di amministrazione di Bper ha approvato due importanti operazioni strategiche: da una parte acquista Unipol Banca e dall’altra rileva il 49% che ancora non possedeva del Banco di Sardegna dalla fondazione BdS.
In particolare, è previsto il trasferimento a favore di Bper “di tutte le azioni ordinarie e privilegiate di Banco di Sardegna (BdS) detenute dalla Fondazione di Sardegna (FdS) a fronte dell’emissione a favore di Fondazione di 33 milioni di nuove azioni di Bper e di uno strumento convertibile subordinato del valore nominale di 150 milioni di euro emesso dalla stessa Bper”. Articolata in due punti l’operazione con Unipol che prevede l’acquisto del 100% di Unipol Banca da parte di Bper Banca per un corrispettivo cash pari a 220 milioni, unita alla contestuale vendita al Gruppo Unipol di un portafoglio di sofferenze di Bper per un valore lordo contabile pari a circa 1 miliardo (a fronte di un valore lordo esigibile pari a circa 1,3 miliardi).
“Tali operazioni consentiranno al gruppo Bper di aumentare le proprie dimensioni e la base clienti, con l’obiettivo di creare valore per gli stakeholders, mantenendo al contempo un solido livello di capitale regolamentare e accelerando il processo di riduzione dei crediti deteriorati”, precisa la società guidata da Alessandro Vandelli in un comunicato. In particolare, l’acquisto delle minoranze in BdS porterà a Bper Banca “un significativo miglioramento del livello di capitale regolamentare”, con un impatto sul Cet1 ratio e Tier 1 ratio Fully Phased positivo pari, rispettivamente, a circa +50 punti base e +90 punti base.
Per quanto riguarda invece le operazioni con il gruppo Unipol, tra i risultati principali, l’incremento delle dimensioni operative del gruppo Bper con un aumento del totale attivo nell’ordine del 17% (totale attivo post deal superiore a 80 miliardi) e del totale raccolta nell’ordine del +70% (totale raccolta post deal prossima a 150 miliardi), con un rafforzamento della base clientela. Ma anche, segnala la nota, una “accelerazione nel processo di de-risking” e una “significativa creazione di valore grazie ad un potenziale di sinergie lorde a regime pre-imposte stimato nell’ordine di 85-95 milioni per anno”.