Borse Asia giù, Cina paga Covid con test di massa e nuove restrizioni. Hong Kong -2,5%, Shanghai -2%
Sentiment negativo in Asia, con il Covid che torna a ossessionare la Cina. La borsa di Shanghai arretra del 2% circa, Hong Kong -2,52%. Non va bene neanche alla borsa di Sidney -0,52% e di Seoul, in calo di oltre -2%. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dell’1,20% a 26,107.65 punti
“L’ultimo round dei test di massa per Covid a Shanghai ha alimentato il timore di ulteriori lockdown in Cina, che avrebbero un effetto domino anche su altri mercati”, si legge nella nota di ANZ Research diramata oggi e riportata dalla CNBC.
I test di massa interesseranno diversi distretti di Shanghai, a fronte di 11 città cinesi che hanno già rilanciato nuove misure tese a limitare la mobilità, in crescita rispetto alle cinque città della settimana precedente, come ha fatto notare Ting Lu, capo economista della Cina per Nomura. Si teme che, nell’ambito della Zero Covid Policy, il governo di Pechino può tornare a imporre vari lockdown, proprio dopo aver iniziato ad allentarli.
Ad alimentare le vendite sull’azionario asiatico, anche il trend negativo dei futures Usa, dopo la forte di Wall Street della vigilia, che ha visto il Nasdaq Composite balzare dell’1,75% a 11.322,24, dopo un avvio in deciso ribasso; lo S&P 500 salire dello 0,16% a 3.831,39 dopo aver perso più del 2% nei minimi della seduta, e il Dow Jones Industrial Average chiudere in flessione di 129,44 punti, o dello 0,4%, a 30.967,82, dopo essere scivolato di oltre 700 punti nelle prime ore della sessione di trading.
Alle 8 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones, sullo S&P 500 e sul Nasdaq arretrano tutti di poco meno di mezzo punto percentuale.
Attesa per le minute della Fed relative all’ultima riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa guidata da Jerome Powell.
La Fed ha alzato i tassi Usa, lo scorso 15 giugno, di 75 punti base, con quella che è stata la stretta monetaria più forte dal 1994, al fine di sconfiggere un’inflazione che viaggia negli Stati Uniti al record degli ultimi 40 anni.
La pubblicazione delle minute della Fed farà luce sulle intenzioni dei banchieri.
Euro vicino ad azzerare le perdite nei confronti del dollaro, dopo essere precipitato alla vigilia al valore più basso in 20 anni, sulla scia dei timori di una recessione in Eurozona, e dunque delle scommesse su una Bce meno aggressiva nell’alzare i tassi.
La moneta unica, che ieri è arrivata a cedere nei confronti del dollaro fino a -1,5% circa, arretra verso il biglietto verde dello 0,07%, a $1,0257.