Borse Asia contrastate: dopo Fed anche BOJ affila armi. Kuroda: più margini di Europa per altri tagli a tassi negativi
Borse asiatiche contrastate dopo che, come da attese, la Federal Reserve di Jerome Powell ha tagliato i tassi sui fed funds di 25 punti base al nuovo range compreso tra l’1,50% e l’1,75%. E’ il terzo taglio di quest’anno.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,37% at 22.927,04 punti; borsa Shanghai sotto pressione, con un calo dello 0,35%; Hong Kong positiva dopo il taglio dei tassi annunciato dall’autorità monetaria, in rialzo dello 0,82%. Sidney -0,39%, Seoul +0,15%.
L’annuncio della Federal Reserve è stato seguito dalla decisione dell’autorità monetaria di Hong Kong, di tagliare il tasso principale di riferimento di 25 punti base al 2%.
Occhio anche alla decisione della banca HSBC che ha tagliato il suo prime rate per i prestiti erogati alla città stato per la prima volta in 11 anni. Il tasso è stato tagliato il tasso di 12,5 punti base al 5% per i prestiti erogati a Hong Kong, al fine di sostenere l’economia della città stato, entrata in recessione nel terzo trimestre di quest’anno.
Protagonista anche la Bank of Japan, che ha reso noto di aver mantenuto la politica monetaria invariata.
Il numero uno Haruhiko Kuroda ha detto tuttavia che la ripresa dell’economia globale è stata ulteriormente ritardata di sei mesi e che non esiterà “ad avviare una politica monetaria più espansiva in caso di aumento dei rischi”.
Certo, ha detto il banchiere centrale, “i progressi nelle trattative tra Stati Uniti e Cina per porre fine alla guerra commerciale sono una buona notizia, ma le tensioni tra le controparti non sono del tutto finite”.
Di conseguenza, la Bank of Japan ha apportato una modifica alla forward guidance sui tassi di interesse, per segnalare in modo ancora più chiaro la possibilità di un ulteriore taglio dei tassi.
Il target sui tassi di interesse a breve termine è stato lasciato invariato al -0,1% attuale e il target dei tassi dei bond governativi a 10 anni allo zero. Da segnalare che Kuroda ha anche detto che il Giappone ha margini più alti dell’Europa per tagliare ulteriormente i tassi e renderli ancora più negativi.
Dal fronte macroeconomico, diffusi gli indici Pmi della Cina: attenzione all’indice PMi manifatturiero, che ha sofferto una contrazione peggiore delle attese a ottobre, attestandosi a un valore inferiore alla soglia di 50 punti (linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto – e di espansione – valori al di sopra della soglia).
Il dato, diffuso dall’autorità nazionale di Statistica, è sceso a 49,3 punti rispetto ai 49,8 punti di settembre, e contro i 49,9 attesi dal consensus.
Si tratta del livello minimo da giugno, che conferma una fase di contrazione che fa avanti da ben sei mesi.
Il PMI non manifatturiero è stato pari a 52,8 punti (dunque in fase di espansione), inferiore però ai 53,6 punti stimati e in rallentamento rispetto ai 53,7 punti di settembre. Il PMI Composite è stato pari a 52 punti, peggio dei 53,1 punti precedenti.
In Giappone, diffuso l’indice che misura la fiducia dei consumatori, salito a ottobre a 36,2 punti, meglio dei 35,3 punti attesi. Il dato, che misura la fiducia delle famiglie giapponesi nell’economia del paese, è migliorato rispetto ai 35,6 punti di settembre.
Bene il dato preliminare della produzione industriale del Giappone, cresciuto su base mensile dell’1,4%, molto meglio del +0,4% atteso e in forte recupero rispetto al -1,2% precedente. Su base annua, il trend è stato di un aumento dell’1,1%, meglio del -0,1% stimato e in deciso miglioramento rispetto al -4,7% di agosto.