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Borsa Tokyo paga downgrade Pil Giappone. Hong Kong chiusa per alert meteo

8 Settembre 2023 08:22

Mercati azionari asiatici in rosso dopo la pubblicazione del dato relativo al Pil del Giappone, relativo al secondo trimestre del 2023, che è stato rivisto al ribasso.

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo è sceso dell’1,16%, a quota 32.606,84 punti.

Il Pil giapponese è salito nei mesi compresi tra aprile e giugno 2023 del 4,8% su base annua, rispetto al +6% comunicato in precedenza, peggio del +5,5% previsto dal consensus degli analisti.

Su base trimestrale, il prodotto interno lordo giapponese è cresciuto al ritmo dell’1,2%, rispetto al +1,5% reso noto nella lettura preliminare e al +1,3% atteso dagli analisti.

Dal Giappone, arrivato anche il dato negativo relativo al trend dei salari reali, scesi a luglio per il 16esimo mese consecutivo.

Il dato, barometro del potere di acquisto dei consumatori giapponesi, è scivolato del 2,5% su base annua, accelerando il trend al ribasso rispetto al -1,6% di giugno.

La borsa di Hong Kong, nella giornata di oggi, è stata chiusa, a causa delle condizioni meteorologiche estreme annunciate dal governo, confermate dall’allarme sulla Black Rainstorm.

La borsa di Shanghai è piatta con una variazione pari a -0,07%, Seoul scende dello 0,30% mentre la borsa di Sidney è in ribasso dello 0,26%.

Azionario Asia paga anche sell sui titoli hi-tech a Wall Street

L’azionario asiatico sconta il trend negativo dei titoli tecnologici Usa che, nella sessione di ieri, ha portato il Nasdaq Composite a scendere per la quarta sessione consecutiva, perdendo quasi lo 0,9%.

Lo S&P 500 ha perso terreno per la terza seduta consecutiva, segnando una flessione dello 0,3%, mentre il Dow Jones è salito dello 0,2%.

I sell sui titoli tecnologici, in particolar modo su Apple, sono stati scatenati dai timori di un’escalation delle tensioni tra la Cina e gli Stati Uniti che colpisca l’industria dei chip e hi-tech made in Usa.

Le preoccupazioni sono state rinfocolate dalla decisione del governo di Pechino di vietare ai suoi funzionari l’utilizzo dell’iPhone, prodotto di punta di Apple.