Borsa Tokyo chiude in calo, Asia contrastata in attesa di Fed e dopo paura per intervento emergenza
Azionario asiatico contrastato in attesa di conoscere la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse Usa. L’annuncio arriverà verso le 20 ora italiana, dopo la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, arrivato ieri. I mercati scontano un taglio dei tassi di 25 punti al range compreso tra l’1,75% e il 2%. Sale la tensione dopo l’intervento di emergenza della Fed di New York, che ieri è stata costretta a iniettare 53 miliardi di dollari nel mercato monetario dopo il forte e improvviso balzo dei tassi repo.
Borsa Shanghai positiva con un rialzo di mezzo punto percentuale circa, Hong Kong poco mossa con -0,06%, Sidney -0,20%, Seoul +0,41%. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in flessione dello 0,18% a 21.960,71 punti.
Dal fronte macroeconomico del Giappone, arrivato il dato sulla bilancia commerciale, che ha messo in evidenza un calo delle esportazioni per il nono mese consecutivo. L’export è sceso dell’8,2% su base annua, meno della flessione del 10% attesa dal consensus, ma in deciso peggioramento rispetto al -1,5% di luglio.
Focus anche sul petrolio, dopo le dichiarazioni del ministro dell’energia saudita, principe Abdulaziz bin Salman. Le sue dichiarazioni hanno dato una ulteriore accelerazione ribassista ai prezzi del petrolio, reduci dal rally più forte della storia (nel caso del Brent), dopo l’attacco sferrato alle due maxi raffinerie di Saudi Aramco. I prezzi sono scivolati fino a -6% dopo che il ministro ha rassicurato che la produzione di petrolio tornerà alla normalità e pienamente operativa entro la fine di questo mese.
Il 50% della produzione crude interrotta a causa degli attacchi, ha precisato bin Salman, è stata già ripristinata nel corso degli ultimi due giorni, fattore che permetterà alla capacità di produzione araba di risalire a 11 milioni di barili di crude al giorno entro la fine di settembre e a 12 milioni di barili al giorno entro la fine di novembre. (viene rilevata la contraddizione, visto che il ministro aveva detto prima che la produzione totale sarebbe tornata a essere operativa entro la fine di settembre).
I prezzi del petrolio Brent si attestano attorno a $64,52 mentre quelli del WTI perdono lo 0,47%, a $59,06 al barile.