Borsa Tokyo cede oltre -1% dopo sell a Wall Street. E’ ancora effetto Trump
Effetto Trump sull’azionario globale, con Wall Street che è stata la prima ad accusare il colpo, insieme ai mercati europei, nella giornata di ieri, quando il presidente americano ha ammesso che gli piacerebbe l’idea di raggiungere un accordo con la Cina per porre fine alla guerra commerciale dopo le elezioni presidenziali del 2020. Praticamente frantumate le speranze degli operatori di Borsa che avevano fatto incetta di asset rischiosi e di azioni in particolare, nei giorni scorsi, proprio scommettendo sul raggiungimento imminente tra Cina e Stati Uniti di una intesa almeno su una “Fase 1” di un accordo più ampio.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dell’1,05% a 23.135,23 punti; male anche Seoul, che ha assistito alla perdita, in particolare, del titolo del colosso produttore di chip SK Hynix, dopo le vendite che hanno colpito nelle ore precedenti i titoli Usa Nvidia, Advanced Micro Devices, Micron.
L’incertezza sulle trattative commerciali Usa-Cina ha avuto conseguenze decisamente negative su Wall Street, con l’indice Dow Jones capitolato ieri di 280,23 punti a 27.502,81 punti; lo S&P 500 che ha fatto -0,7% a 3.093,20 e il Nasdaq Composite giù dello 0,6% a 8.520,64. I mercati temono a questo punto che, il prossimo 15 dicembre, l’amministrazione Trump imporrà nuovi dazi sui prodotti cinesi, nonostante i negoziati in corso tra Washington e Pechino. La borsa di Shanghai arretra dello 0,33%; Hong Kong -0,99%; Sidney -1,58%, Seoul -0,80%.
Dal fronte economico, reso noto il prodotto interno lordo dell’Australia che, nel terzo trimestre, è salito dello 0,4% su base trimestrale, rispetto al +0,5% atteso dal consensus e al precedente +0,6% del secondo trimestre (rivisto al rialzo dal precedente +0,5% q/q comunicato). Su base annua, il Pil australiano è salito dell’1,7%, in linea con le previsioni, migliorando rispetto al +1,4% precedente. Forte indebolimento tuttavia per la componente delle spese per consumi, cresciute di appena lo 0,3% su base trimestrale (spese famiglie +0,1% su base trimestrale), rispetto al +1% precedente. Balzato il tasso di risparmio, salito al 4% rispetto al +2,9% del secondo trimestre.