Borsa Tokyo -1,54%, a Hong Kong fari su Evergrande: titolo (di nuovo) sospeso dal trading
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la giornata di contrattazioni in ribasso dell’1,54% a quota 31.872,52 punti.
La borsa di Shanghai è in rialzo dello 0,20%, in attesa della chiusura dei mercati onshore che, dopo la seduta odierna, chiuderanno i battenti per poi riaprire il prossimo 9 ottobre.
La borsa di Seoul è poco mossa, con una variazione pari a +0,09%, mentre la borsa di Sidney arretra dello 0,07%.
Titolo Evergrande ancora sospeso da borsa Hong Kong
La borsa di Hong Kong perde più dell’1%.
Alla borsa di Hong Kong l’attenzione rimane su Evergrande con il titolo del colosso immobiliare cinese Evergrande che è stato sospeso dalle contrattazioni.
La decisione è stata presa dopo che il presidente del gigante immobiliare Evergrande, Hui Ka Yan, è stato messo sotto sorveglianza della polizia.
Vale la pena di ricordare che non è la prima volta che il titolo Evergrande viene sospeso dal trading della borsa di Hong Kong.
La prima sospensione è scattata nel marzo del 2022 ed è durata 17 mesi: le azioni sono tornate poi agli scambi il 28 agosto scorso.
I guai dello sviluppatore cinese si sono intensificati con l’annuncio con cui la società ha reso noto di non poter emettere nuovi bond a causa di un’indagine che ha travolto la sua controllata Hengda Real Estate Group.
Azionario sotto tono con ansia bond e rally petrolio
In generale, la cautela dei trader nei confronti dell’azionario si spiega con l’ansia sui mercati globali scatenata nelle ultime sessioni dai nuovi balzi dei tassi dei titoli di stato.
In particolare, nel caso degli Stati Uniti, la paura di un’inflazione ancora difficile da riportare al tasso di crescita del 2% e dunque la preoccupazione di nuovi rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed di Jerome Powell hanno fatto balzare ulteriormente i tassi dei Treasuries Usa.
Quelli decennali sono scattati fino al 4,612%, al nuovo record in più di 15 anni, prima di fare un lieve dietrofront e tornare sotto la soglia del 4,6%.
Focus anche sul rally dei prezzi del petrolio, in particolare del contratto WTI scambiato a New York, salito nelle contrattazioni asiatiche fino a $95,03 al barile, al massimo dall’agosto del 2022, per poi tornare sotto la soglia dei $95.
Il Brent è avanzato di oltre l’1%, attorno a $97,56 al barile.
La fiammata dei prezzi del petrolio accende ulteriormente la paura di un’inflazione ancora più ostinata, tale da costringere le banche centrali a rimanere in guardia e a lasciare dunque i tassi più alti per un periodo di tempo più lungo (higher for longer).