Borsa Tokyo -1,77%, futures Usa giù. Euro a un soffio da parità conferma avversione al rischio
Chiusura negativa della borsa di Tokyo e di altre borse asiatiche, che replicano il trend di Wall Street. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso le contrattazioni in calo dell’1,77% a 26.336.66 punti, Shanghai arretra dello 0,89%, Hong Kong cede l’1,09%, Sidney eccezione positiva con un rialzo dello 0,06% appena, Seoul -0,96%. In calo i futures Usa, quelli sul Dow Jones scendono dello 0,57%, quelli sullo S&P 500 dello 0,62%, quelli sul Nasdaq sono in flessione dello 0,62%.
Ieri il Dow Jones Industrial Average ha perso 164,31 punti (-0,52%), a 13,173.84; lo S&P 500 ha ceduto l’1,15% a 3.854,43 e il Nasdaq Composite ha fatto decisamente peggio, lasciando sul terreno il 2,26% a 11.372,60 punti.
Ad affossare il sentiment è di nuovo la paura della pandemia Covid-19 in Cina e anche nel mondo, per la veloce diffusione della nuova variante Omicron 5.
In tutto il mondo regna il timore per l’arrivo di una recessione, sulla scia della guerra in Ucraina e per le strette monetarie aggressive che la Fed di Jerome Powell si prepara a sferrare, insieme ad altre banche centrali, nella sua lotta contro l’inflazione Usa.
Ancora più forte si fa la paura di una recessione nell’area euro, come indica il trend dell’euro, a un passo dalla parità sul dollaro. Nelle contrattazioni asiatiche, la moneta unica è scesa fino a $1,001.
La paura del razionamento del gas in Europa cresce, dopo lo stop di 10 giorni alle forniture di gas dalla Russia alla Germania per lavori di manutenzione programmati al Nord Stream 1. Le forniture dovrebbero ripartire il 21 luglio ma il timore è che possano non riprendere, mentre prosegue la guerra in Ucraina. Il taglio dei consumi per l’Europa dovrebbe essere del 15%, per la Germania del 20%.
Del clima di avversione al rischio beneficia il dollaro, con il Dollar Index che sale oltre la soglia di 108 punti, a 108,401.
Covid sempre protagonista in Cina, all’indomani della decisione di Macao di chiudere tutti i suoi casinò, più di 30, insieme ad altre attività commerciali non essenziali, per la prima volta dal 2020.
Oggi le autorità cinesi hanno disposto un lockdown nella provincia di Hunan, con una populazione inferiore a un milione, sulla scia di un caso anormale che sarebbe stato rilevato nel corso di un test dell’acido nucleico.
Dal fronte macroeconomico del Giappone è stato diffuso il dato relativo all’inflazione misurata dall’indice dei prezzi alla produzione che, nel mese di giugno, ha segnato un balzo del 9,2% su base annua, oltre il +8,8% atteso dal consensus e dopo il rialzo del 9,1% di maggio. Su base mensile, il trend è stato di un aumento dello 0,7%, rispetto al +0,5% stimato e il dato precedente invariato.