Borsa Tokyo -0,37%, Shanghai peggio dopo Pmi manifatturiero. Borse cinesi stremate da zero Covid: annunciati nuovi lockdown
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in calo dello 0,37%, a 28.091,53 punti. Peggio la borsa di Shanghai, con un calo dello 0,80% circa, mentre Hong Kong è piatta. Le borse cinesi sono frenate dalla pubblicazione del dato ufficiale relativo al Pmi manifatturiero della Cina, relativo al mese di agosto.
L’indice ha confermato la fase di contrazione in atto, attestandosi al di sotto dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori appunto al di sotto) e fase di espansione (valori al di sopra). Il Pmi è tuttavia lievemente risalito dai 49 punti di luglio, a quota 49,4 punti, facendo meglio dei 49,2 punti stimati dal consensus.
Detto questo, l’ennesima contrazione del Pmi manifatturiero rinfocola i timori sull’effetto negativo sull’economia della politica Zero Covid che il governo di Pechino continua ostinatamente a portare avanti nella sua lotta contro il Covid.
Hanno inciso sul quadro manifatturiero cinese anche i blackout che hanno colpito ad agosto il sudovest del paese.
Il Pmi non manifatturiero (ovvero Pmi servizi) della Cina si è attestato invece in fase di espansione a 52,6 punti, oltre i 52,2 previsti dagli analisti.
Tornando alla politica zero Covid della Cina, proprio nella giornata di ieri alcune tra le più importanti città del paese hanno intensificato le misure di restrizioni già in atto.
In particolare, il distretto di Shenzhen Longhua, che conta 2,5 milioni di residenti, ha dovuto chiudere dietro ordine delle autorità municipali i siti di intrattenimento e sospendere anche eventi importanti.
Ai residenti e non è stato imposto inoltre l’obbligo di mostrare l’esito dei tamponi anti Covid 24 ore prima di entrare nei complessi residenziali, mentre i ristoranti dovranno limitare il numero dei clienti alla metà della capacità, stando a quanto riportato da Reuters.
Le nuove restrizioni dureranno fino alla giornata di sabato.
Da Shenzhen alle città di Chengdu e al porto nord-orientale di Dalian le misure includono lockdown di grandi distretti e anche chiusure di fabbriche.
Dati macro sono arrivati oggi anche dal fronte macroeconomico del Giappone: diffuso il dato preliminare relativo alla produzione industriale di luglio. Il governo di Tokyo ha annunciato che il dato è salito dell’1% su base mensile, facendo decisamente meglio del calo dello 0,5% atteso dagli analisti.
Su base annua, la produzione industriale del Giappone è cresciuta a luglio dell’1,8%.
Rese note anche le vendite al dettaglio del Giappone, cresciute del 2,4% su base annua, crescendo per il quinto mese consecutivo. Il dato è stato migliore delle attese: il consensus aveva previsto infatti un rialzo dell’1,9%. Su base mensile, la crescita delle vendite al dettaglio è stata pari a +0,8%.
Sul sentiment dell’azionario globale pesa la terza sessione consecutiva di perdite sofferta da Wall Street nella giornata di ieri.
Lo S&P 500 ha perso l’1,1% a 3.986,16 punti, scendendo sotto quota 4.000 per la prima volta dal mese di luglio; il Nasdaq Composite è sceso dell’1,1% a 11,883.14, e il Dow Jones Industrial Average è arretrato di 308.12 punti, o di quasi l’1%, a 31.790,87. Evidentemente il discorso hawkish proferito dal numero uno della Fed Jerome Powell al simposio di Jackson Hole non è stato ancora del tutto scontato.
“I mercati azionari continuano a fare i conti con le aspettative di banche centrali che terranno il piede sull’acceleratore del rialzo dei tassi (per sfiammare l’inflazione)”, hanno commentato Brian Martin e Daniel Hynes di ANZ Research in una nota riportata dalla CNBC.