Borsa Tokyo -0,26%, Hong Kong in preda a escalation violenza: indice crolla di quasi -3%
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in calo dello 0,26% a 23.331,84 punti, in un contesto di maggiore cautela sull’azionario.
In ribasso sono anche i futures sugli indici Usa, che cedono lo 0,3% circa.
Protagonista dell’azionario asiatico oggi è sicuramente l’indice Hang Seng di Hong Kong, che crolla di quasi il 3%, scontando l’escalation delle tensioni. Almeno due manifestanti sono stati feriti dalla polizia, che ha aperto il fuoco durante la protesta di massa di oggi. Durante il fine settimana, tre parlamentari a favore della democrazia sono stati arrestati.
L’ottimismo su un imminente accordo tra Usa e Cina per porre fine all’escalation della guerra commerciale si è smorzato, dopo che è stato lo stesso presidente americano Donald Trump ad affermare di non aver raggiunto alcun accordo per eliminare i dazi già imposti sui prodotti cinesi.
La scorsa settimana era stata dominata da indiscrezioni secondo cui entrambe le controparti avevano deciso di optare per l’eliminazione graduale delle tariffe punitive già imposte, al fine di raggiungere la Fase 1, la “Phase One” dell’intesa commerciale.
La borsa di Shanghai arretra dell’1,7%, Sidney eccezione positiva con un rialzo dello 0,72%, Seoul -0,28%.
Dal fronte macro, resa nota in Cina l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo che, nel mese di ottobre, è balzata al record in quasi otto anni, dal gennaio del 2012, salendo su base annua del 3,8%, rispetto al +3% del mese precedente.
La continua peste suina che continua ad affliggere il paese si è tradotta in un ennesimo balzo dei prezzi della carne suina, volati del 101,3% su base annua.
In generale, i prezzi dei beni alimentari sono aumentati in Cina del 15,5% a ottobre (su base annua), rispetto al +11,2% di settembre, mentre invece i prezzi dei beni non alimentari sono saliti dello 0,9%, lo 0,1% in meno rispetto a settembre.
Escludendo i prezzi dei beni alimentari ed energetici, la componente core dell’indice dei prezzi al consumo è rimasta stabile all’1,5%, come a settembre.
Pubblicato nel fine settimana anche il dato relativo all’indice dei prezzi alla produzione, altro termometro dell’andamento dell’inflazione, sceso a ottobre dell’1,6% su base annua, peggio della flessione dell’1,2% di settembre, condizionato dal calo dei prezzi delle materie prime.
In Giappone, la componente core degli ordini ai macchinari del Giappone è scesa a settembre del 2,9% su base mensile, facendo molto peggio del rialzo dello 0,9% atteso dal consensus, e rallentando rispetto al precedente -2,4%. Su base annua, il trend è stato di un rialzo del 5,1%, rispetto al +8,1% stimato e al precedente tonfo del 14,5%.