Bce e tassi: il tedesco Nagel (Bundesbank) agita la minaccia contro spread e BTP
Parla il falco del Consiglio direttivo della Bce, il tedesco Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, mentre si apprende che l’inflazione della Germania è salita a febbraio a un ritmo superiore alle attese.
Nagel non ha peli sulla lingua e si dice favorevole a ulteriori rialzi dei tassi, dopo quello atteso per il mese di marzo e, anche, a un QT-Quantitative Tightening più aggressivo.
Per il numero uno della Bundesbank, banca centrale tedesca, “il calo dei prezzi dell’energia non ha una rilevanza fondamentale per le proiezioni della Bce relative all’inflazione del medio termine”.
Joachim Nagel ha parlato nel giorno in cui sono stati diffusi i numeri relativi all’inflazione della Germania. Numeri non confortanti che acuiscono la paura storica contro le fiammate dei prezzi che caratterizza la Germania.
L’inflazione tedesca misurata dall’indice dei prezzi al consumo è salita a febbraio dell’8,7%, oltre il +8,5% atteso dal consensus e allo stesso ritmo di crescita del mese di gennaio.
Su base mensile, il CPI è aumentato dello 0,8%, rallentando lievemente il passo rispetto al rialzo precedente dell’1%, ma anche in questo caso avanzando a un ritmo più sostenuto di quanto previsto dagli economisti, che puntavano su una crescita mensile pari a +0,6%.
L’indice dei prezzi armonizzati al consumo (HICP) della Germania è inoltre schizzato del 9,3%, contro il +9% atteso e in accelerazione rispetto al +9,2% precedente.
Su base mensile, l’inflazione tedesca HICP è salita dell’1%, oltre il +0,7% stimato e a un ritmo doppio rispetto al +0,5% di gennaio.
I dati appena diffusi dal fronte macroeconomico della Germania staranno mettendo ulteriore ansia a Nagel e ad altri falchi del Consiglio direttivo della Bce.
La prospettiva di un QT più aggressivo è una minaccia per tutti i titoli di stato dell’area euro, BTP in primis, che rischiano di essere smobilizzati dalla Bce a un ritmo più veloce.
Non stupiscono le dichiarazioni hawkish di Joachim Nagel, che ha anzi rincarato la dose, affermando che la Bce di Christine Lagarde deve essere “più testarda dell’inflazione”, e che gli smobilizzi dei titoli di stato acquistati con il precedente programma QE (APP) “potrebbero salire a 20 miliardi di euro al mese”, rispetto ai 15 miliardi finora annunciati dall’Eurotower.
Il mercato sta prezzando al momento un rialzo dei tassi di 50 punti base nella prossima riunione del Consiglio direttivo della Bce del prossimo 16 marzo, con una probabilità del 64%.
La percentuale rimanente scommette su una stretta monetaria di 75 punti base.
“Alzeremo di più i tassi, se sarà necessario per far tornare l’inflazione al nuovo target del 2% in modo tempestivo”. Così due giorni fa la presidente della Bce, Christine Lagarde, in un’intervista rilasciata all’Economic Times.
“Esiste ogni ragione per credere che alzeremo i tassi di altri 50 punti base a marzo. Poi, si vedrà – ha continuato Lagarde – Siamo dipendenti dai dati, e decideremo cosa fare riunione per riunione cosa fare”.
Lagarde ha aggiunto che la Bce “non vuole soltanto che l’inflazione (dell’area euro) torni al 2%, ma che poi si mantenga a quel livello in modo sostenibile”.
Lo spread BTP-Bund viaggia in lieve rialzo attorno a quota 177 punti base, con i tassi dei BTP a 10 anni al 4,44% e i tassi dei Bund attorno al 2,68%.