Battuta d’arresto dei Pir nel primo trimestre, gestori ora puntano su Eltif
I Piani individuali di risparmio (Pir) fanno marcia indietro nel primo trimestre del 2019, registrando riscatti superiori ai versamenti per 2,2 milioni. Ma la frenata dei Pir, che consentono forti risparmi fiscali se tenuti per almeno cinque anni, era già iniziata nel quarto trimestre dello scorso anno quando la raccolta è stata positiva per soli 162,7 milioni.
Secondo gli esperti, la colpa è dei nuovi vincoli legislativi (in vigore dallo scorso 9 maggio) che impongono di investire almeno il 3,5% del patrimonio in società quotate sul segmento Aim di Borsa Italiana (e solo a certe condizioni) e un altro 3,5% in fondi di venture capital.
Così da inizio 2019 l’industria dei fondi ha sospeso la sottoscrizione di nuovi Pir in attesa che il governo riscriva delle nuove norme più vantaggiose. Ma i gestori non sono rimasti con le mani in mano e ora puntano agli Eltif, fondi chiusi e illiquidi, che devono riservare almeno il 70% del patrimonio a strumenti finanziari (non solo azioni) emessi da Pmi. Sono indirizzati anche alla clientela retail e possono essere venduti in Italia dal febbraio 2018, ma finora il successo di questi strumenti è stato molto basso.