Banche, Gualtieri: ‘crediti deteriorati non più un rischio’. Visco (Bankitalia): ‘migliora qualità attivi’
“Il sistema bancario italiano è più solido rispetto al passato”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervenendo alla 95esima Giornata Mondiale del Risparmio, organizzata dall’Acri.
“Il percorso della pulizia dei bilanci non è ancora terminato ma il traguardo è raggiungibile e il tema dei crediti deteriorati non rappresenta più un rischio”.
Prima di lui aveva parlato dallo stesso palco Ignazio Visco, numero uno di Bankitalia, affrontando anche lui la questione delle banche:
“In Italia la seppur modesta ripresa dell’attività economica registrata negli scorsi anni ha contribuito al miglioramento della qualità degli attivi bancari, proseguito anche più di recente, quando si è registrata una stasi della crescita. Nel primo semestre di quest’anno l’incidenza dei crediti deteriorati al netto delle rettifiche di valore sul totale dei prestiti è scesa dal 4,3 al 4,0 per cento per il complesso del sistema; era del 9,8 alla fine del 2015. Secondo i piani di riduzione presentati dalle banche, sia quelle significative sia le minori, dovrebbe ridursi ancora, intorno al 3 per cento, alla fine del 2021”.
“In prospettiva, tuttavia – ha avvertito Visco – la dinamica dei prestiti deteriorati potrebbe risentire del protrarsi dell’attuale fase di debolezza ciclica. L’azione di rafforzamento dei bilanci deve quindi proseguire in modo ordinato ma risoluto, in particolare per gli intermediari di minore dimensione, che rispetto ai gruppi significativi presentano incidenze dei crediti deteriorati più elevate e tassi di copertura più contenuti”.
Il governatore di Bankitalia ha spiegato:
“I progressi nella qualità degli attivi bancari hanno beneficiato dello sviluppo del mercato dei crediti deteriorati: nel triennio 2016-18 l’ammontare delle cessioni è stato pari, al lordo delle rettifiche, a oltre 120 miliardi; quest’anno sono state concluse vendite per circa 20 miliardi. Vi hanno contribuito non solo la possibilità di ricorrere alla garanzia pubblica sulla cartolarizzazione di sofferenze (GACS), rinnovata a marzo di quest’anno, ma anche i primi frutti delle riforme volte a ridurre i tempi delle procedure di recupero, la cui lunghezza disincentiva gli investitori e incide sui prezzi delle cessioni. Il tempo atteso necessario per la vendita degli immobili oggetto di procedura è sceso da oltre tre a circa due anni. È diminuita anche la durata attesa del complesso delle operazioni precedenti la vendita, seppure di soli tre mesi, a poco più di due anni”.