Banche, BTP, euro nel mirino dopo rumor multa Ue a Italia di 3,5 miliardi
Focus anche oggi sul trend dei titoli bancari, dei BTP e dell’euro, che ieri hanno sofferto le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui Bruxelles si appresterebbe a comminare all’Italia una multa da 3,5 miliardi di euro, per non aver osservato gli impegni presi per ridurre i propri livelli di debito e deficit.
Un nuovo round di colloqui tra Roma e Bruxelles sulla riduzione del debito italiano partirà presto, appena il governo italiano riceverà, nell’arco di questa settimana, una lettera sul debito dalla Commissione europea. In caso di scontro, riportano le fonti, l’Italia potrebbe essere costretta a versare un deposito cauzionale pari allo 0,2% del Pil, ovvero 3,5 miliardi di euro.
Le indiscrezioni hanno scatenato ieri le vendite sui titoli bancari e sui bond sovrani italiani, con lo spread balzato fino a 282 punti base e il sottoindice che monitora il trend delle banche italiane, in calo di quasi -2%.
Anche l’euro è stato vittima dei rumor tornando sotto quota $1,12, dopo essere salito fino a $1,1215 sulla scia delle elezioni europee che, pur confermando l’avanzata dei sovranisti e populisti, ha visto prevalere i partiti europeisti.
Così, reduce dal trionfo elettorale della Lega, il vicepremier Matteo Salvini ha commentato l’arrivo della lettera Ue – previsto entro la giornata di venerdì:
“Aspetto di leggere la lettera dell’Ue ma credo che la Commissione europea debba e possa prendere atto che i popoli ieri hanno votato per il cambio e la crescita: quello che è chiaro che non si alzano le tasse, che l’aumento dell’Iva non esiste”.
“E’ in arrivo – aveva confermato il ministro dell’Interno in mattinata- una lettera della commissione Europea sull’economia del nostro Paese e penso che gli italiani diano mandato a me e al governo di ridiscutere in maniera pacata parametri vecchi e superati”.
Secondo Salvini, “di tagli ed eccesso di prudenza l’Italia ha rischiato di spegnersi” e il risultato delle elezioni è “un invito a fare il contrario di quello che ci è stato imposto fino all’anno scorso per il bene dell’Europa e dei mercati e l’Italia cresce se le aziende e i lavoratori pagano meno rispetto a quello che si paga oggi. Non siamo noi che vogliamo sforare. Se noi fossimo costretti a rispettare numeri e vincoli vecchi, il debito crescerebbe. Noi vogliamo ridurlo e avere il credito delle istituzioni europee per fare il contrario di quello che hanno fatto i Monti i Gentiloni: ossia restituire soldi”.