Azionario, nessun tonfo in Asia nonostante dato Pil Cina. Ma a Sidney crolla AMP (oltre -15%)
Azionario asiatico contrastato, ma resiste nonostante il dato sul Pil cinese relativo al secondo trimestre, che ha messo in evidenza la crescita più bassa in 27 anni, ovvero sal 1992.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in debole rialzo (+0,20); Shanghai fa +0,19%, Hong Kong +0,15%. Male invece Sidney -0,65% e Seoul -0,20%.
Occhio ai dati cinesi: nel mese di giugno, gli investimenti in asset fissi sono saliti del 5,8% su base annua, meglio del +5,6% atteso e del +5,6% di maggio. Dall’inizio dell’anno, gli investimenti in asset fissi da parte del settore privato sono aumentati del 5,7%, meglio del +5,3% precedente (da gennaio a maggio). Il dato esclude gli investimenti dell’economia rurale.
Le vendite al dettaglio della Cina sono cresciute del 9,8% su base annua, facendo decisamente meglio del +8,5% atteso dal consensus e rispetto anche al +8,6% di maggio. Dall’inizio dell’anno, la performance è stata di una crescita del 9,4%, rispetto al +8,2% stimato e al +8,1% precedente.
Sempre a giugno la produzione industriale della Cina è salita su base annua del 6,3%, più del +5,2% atteso, e in miglioramento rispetto al +5% di maggio, che aveva rappresentato la crescita al minimo in 17 anni. Dall’inizio dell’anno, il dato è salito del 6% su base annua, rispetto al +5,9% atteso e al precedente +6%.
Tornando al Pil, la Cina ha riportato nel secondo trimestre dell’anno la crescita più bassa in 27 anni, accusando gli effetti della guerra commerciale contro gli Stati Uniti.
Nel periodo compreso tra marzo e giugno il prodotto interno lordo della seconda economia del mondo è avanzato del 6,2% su base annua, in linea con le attese del consensus, ma inferiore al +6,4% del primo trimestre del 2019.
Il tasso di crescita è stato il più basso da almeno il primo trimestre del 1992.
Occhio al crollo sul listino di Sidney del titolo della società di gestione patrimoniale AMP, crollato di oltre -15%, dopo che il gruppo ha affermato che sarà “altamente improbabile procedere” con la vendita del suo ramo di assicurazione vita e di wealth protection.