Azionario globale galvanizzato da bazooka monetario Bce, ma effetto Draghi dura poco su euro
Il bazooka monetario lanciato ieri dalla Bce di Mario Draghi continua a galvanizzare i mercati azionari, come dimostra la performance dell’azionario asiatico. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo chiude in rialzo dell’1% circa. Da segnalare la chiusura delle borse cinesi e di Seoul per festività.
Focus sui bond dell’Eurozona, che ieri sono scattati al rialzo, applaudendo alla decisione di Draghi di rilanciare il piano di Quantitative easing. Il QE partirà il 1° novembre, e comporterà acquisti per 20 miliardi al mese. Nessuna scadenza è stata fissata per il programma, tanto che si parla già di QE infinito. Ieri gli acquisti sui bond sovrani dell’area euro hanno interessato soprattutto i BTP: l’effetto è stata l’ulteriore compressione dei rendimenti, con quelli a dieci anni scesi allo 0,78%, minimo storico.
I mercati guardano anche alle ultime dichiarazioni di Donald Trump, che ha aperto alla possibilità di siglare un accordo ad interim con la Cina, volto a smorzare le tensioni commerciali, pur aggiungendo che l’obiettivo è di avere una intesa completa, a 360 gradi.
Sul mercato del forex, dopo essere capitolato ai minimi in due anni a $1,0955, il rapporto euro-dollaro oscilla poco al di sopra della parità, a $1,1072, riconquistando e superando così l’importante soglia psicologica di $1,10; dollaro-yen piatto a JPY 108,11; la sterlina sale nei confronti del dollari dello 0,12% circa, a $1,2350. L’euro segna un lieve rialzo sullo yen a JPY 119,70, scendendo di poco sulla sterlina, a GBP 0,8965; euro-franco svizzero piatto a CHF 1,0957. Si smorza decisamente l’effetto ribassista della Bce sulla moneta unica.