Azionario Asia positivo, Hong Kong oltre +1%: applaude a utili HSBC
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,30%, a 22.867,27 punti. L’indice MSCI dell’Asia-Pacifico – che esclude l’azionario del Giappone – ha segnato un rialzo dello 0,50%. Occhio alla borsa di Hong Kong, positiva con oltre +1%. Il listino ha beneficiato dei risultati di bilancio del colosso bancario HSBC, il più grande in Europa, che comunque guadagna la fetta più grande dei profitti ad Hong Kong.
HSBC ha concluso il terzo trimestre dell’anno con utili al lordo delle tasse di $4,8 miliardi, in calo del 18% su base annua. Nonostante le proteste che hanno falcidiato l’economia di Hong Kong, i profitti in Asia al lordo delle tasse sono cresciuti del 4% su base annua, con “una performance che si è mostrata resiliente a Hong Kong”.
Detto questo, il ministro delle Finanze di Hong Kong ha avvertito che l’economia della città stato è in recessione e che sarà “estremamente difficile” che il Pil centri il target di crescita del governo, fissato tra lo 0% e l’1% prima dell’escalation delle manifestazioni.
Sul fronte della guerra commerciale, l’Ufficio di rappresentanza Usa del Commercio ha reso noto lo scorso venerdì che la Cina e gli Stati Uniti hanno fatto “progressi su questioni specifiche, e che sono vicine ora a finalizzare alcune parti di un accordo”.
L’offshore yuan si è rafforzato a 7,0565 sul dollaro rispetto al record della scorsa settimana, a 7,0768 prima del nuovo round di notizie positive. Lo yuan onshore è attorno a 7,0585, dal record della scorsa settimana, a 7,0863.
Dal fronte macroeconomico, brutte notizie per la Cina, con i profitti industriali che sono scesi a settembre, su base annua del 5,3%, in calo per il secondo mese consecutivo, dopo la flessione del 2% del mese di agosto. Hanno pesato gli effetti della guerra commerciale sulla domanda estera, ma anche la debolezza della domanda interna.
Focus anche sull’Australia, con l’agenzia di rating Fitch che ha confermato il rating a tripla A, (AAA) sul debito sovrano, con outlook stabile, motivando la decisione con la convinzione che il debito pubblico rimarrà attorno al 41% del Pil nell’anno fiscale 2019.
Tuttavia, Fitch ritiene che il Pil australiano subirà un forte rallentamento, con il tasso di crescita che si indebolirà nel 2019 all’1,7%, dal 2,7% del 2018. Per Fitch il Pil australiano crescerà poi del 2,3% nel 2020.
A tal proposito, la stampa australiana riporta indiscrezioni secondo cui la RBA (Reserve Bank of Australia), banca centrale australiana, starebbe pensando di lanciare il primo piano di Quantitative easing della sua storia, erogando a favore delle banche del paese prestiti a tassi convenienti, e/o acquistando i loro bond.