Abi: sofferenze banche ancora giù: -67% da record 2015. Bene mercato mutui, in calo prestiti ad aziende
Nel mese di settembre le sofferenze delle banche italiane sono scese. E’ quanto emerge dal bollettino mensile dell’Abi.
Le sofferenze nette, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, si sono attestate a 29,3 miliardi di euro, in calo rispetto ai 40,2 miliardi di settembre 2018 (-11 miliardi pari a -27,3%) e ai 66 miliardi di settembre 2017 (-36,7 miliardi pari a -55,6%).
Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, testato nel novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è stata di oltre 59 miliardi (pari a -67,1%).
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è attestato all’1,69% a settembre 2019 (era 2,34% a settembre 2018, 3,83% a settembre 2017 e 4,89% a novembre 2015).
Riguardo agli impieghi delle banche, a fronte di una ennesima crescita del mercato dei mutui delle famiglie, è scesa la richiesta di prestiti da parte delle aziende.
A seguito della riduzione della domanda di finanziamenti – nonostante tassi di interesse che permangono sui minimi storici – i prestiti alle imprese sono calati dell’1% su base annua.
L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie è salito invece del +2,3% su base annua.
Ad ottobre 2019 i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento si sono intanto attestate ai minimi storici: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato pari all’1,40% (1,44% a settembre 2019), mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è attestato all’1,30% (1,26% il mese precedente).
Il tasso medio sul totale dei prestiti è stato pari al 2,52% (2,52% anche il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007).