Wall Street: tonfo futures Nasdaq, male Tesla, Apple, Microsoft. Alert reflazione con tassi Treasuries a un passo dall’1,40%
Futures sugli indici azionari Usa in ribasso, ancora ostaggio dei timori sulla reflazione Usa, in qualche modo avallati dall’ennesimo balzo dei tassi sui Treasuries a 10 anni, fino all’1,394%. I futures sul Dow Jones arretrano dello 0,60% a 31.244 punti; i futures sullo S&P 500 cedono lo 0,79% a 3.872, mentre i contratti sul Nasdaq scendono di oltre -185 punti (-1,37%), a 13.389 circa.
Wall Street riparte dopo aver sofferto la prima settimana all’insegna delle vendite dopo due settimane consecutive di guadagni. La scorsa settimana lo S&P 500 e il Nasdaq Composite sono scesi rispettivamente dello 0,7% e dell’1,6% mentre il Dow Jones ha incassato un guadagno di appena +0,01% sostenuto da Caterpillar e JP Morgan.
Anche oggi i titoli tecnologici sembrano i più penalizzati. In premercato Tesla perde il 3%, e scendono anche Apple e Microsoft.
Il continuo rialzo dei rendimenti continua a spaventare, facendo temere che la Federal Reserve di Jerome Powell ritiri gli stimoli monetari straordinari lanciati nell’anno del Covid prima delle attese. Soltanto la scorsa settimana, i tassi a 10 anni sono volati di 14 punti base fino all’1,34%, al record dal febbraio del 2020.
Oggi i rendimenti sono balzati fino all’1,394%, a un soffio dall’1,4%. Dall’inizio di febbraio, la crescita dei tassi è stata di ben +28 punti base.
Tutti gli occhi sono puntati a questo punto sul discorso che Powell, numero uno della Federal Reserve, proferirà nella giornata di domani, in occasione di un intervento di audizione alla Commissione bancaria del Senato per la testimonianza di metà anno.
I suoi commenti sui tassi e sull’inflazione potrebbero pilotare il sentiment di mercato.
Non tutti sono però così preoccupati per il balzo dei tassi. In una nota riportata dal sito della Cnbc Keith Lerner, chief market strategist di Truist, ha scritto di non ritenere “il recente aumento dei rendimenti alla stregua di una minaccia per il mercato toro”.
Motivo? “Visto che ci troviamo nella fase iniziale di una ripresa economica, visto che le politiche fiscali e monetarie rimangono di sostegno, considerati inoltre anche la forte ripresa degli utili, e le valutazioni relativamente favorevoli, manteniamo il nostro overweight sull’azionario”.