Wall Street solida: boom Snap +23%, tonfo Didi -17%, Intel -5%. Outlook trimestrali: crescita utili +76%, record dal 2009
Wall Street pronta a concludere una settimana convulsa, caratterizzata da nuovi annunci di bilanci trimestrali dal mondo della corporate America e dal forte crollo di lunedì, che ha visto il Dow Jones capitolare di 700 punti, al ritmo più forte dall’ottobre del 2020. Alle 16 circa ora italiana il Dow Jones sale dello 0,30% a 34.928 punti; lo S&P avanza dello 0,34% a 4.383, il Nasdaq fa +0,26% a 14.722 punti.
Dopo una sessione in stile Black Monday, la borsa Usa ha segnato un recupero per tutte le sedute successive.
I rialzi hanno permesso al Dow Jones di riportare un guadagno settimane di circa l’1%; lo S&P 500 è in crescita su base settimanale dello 0,9% e il Nasdaq Composite ha fatto +1,8%. Il Dow Jones dista mezzo punto percentuale dal testare un nuovo record, mentre il Nasdaq e lo S&P sono lontani dai loro massimi storici di appena l’1% circa.
L’attenzione degli operatori rimane sulla stagione delle trimestrali, ma anche sulla diffusione della variante Delta, che ha fatto tornare protagonista la pandemia Covid-19 e dunque la paura di eventuali imposizioni di nuove misure di restrizione-lockdown nel mondo.
Riguardo ai bilanci, a fronte di un quarto delle società scambiate sullo S&P 500 che hanno già diffuso le trimestrali, Refinitiv stima una crescita degli utili nel secondo trimestre pari al 76%, al ritmo più forte dal 2009.
S&P Global segnala inoltre che finora le società hanno riportato in media margini di profitto pari al 12,8%, al di sopra della media storica.
Nella sessione odierna si mettono in evidenza i rialzi dei titoli FAANG come Facebook +2,6%, che beneficia dei risultati di bilancio delle rivali attive nel settore social media; salgono anche Apple, Microsoft, Amazon e Alphabet che, insieme al colosso di Mark Zuckerberg, pubblicheranno le loro trimestrali la prossima settimana.
Dal mondo dell’hi-tech buone indicazioni sono arrivate ieri, dopo la fine della giornata di contrattazioni, con i bilanci di Snap e di Twitter.
Il titolo Snap è volato fino a +23% (ora fa +21%), dopo che la società ha diffuso un bilancio che ha messo in evidenza utili, un fatturato e una crescita degli utenti, nel secondo trimestre, migliori delle attese. In particolare l’utile adjusted per azione si è attestato a 10 centesimi, rispetto alla perdita per azione di 1 centesimo prevista dagli analisti intervistati da Refinitiv. Il fatturato è stato pari a $982 milioni, meglio degli $846 milioni attesi, mentre gli utenti attivi giornalieri globali si sono attestati a 293 milioni, meglio dei 290,3 milioni stimati dal consensus di State Street. Snap ha concluso il secondo trimestre con 293 milioni di utenti attivi giornalieri, in rialzo di quasi il 5% rispetto ai 280 milioni riportati ad aprile e di oltre il 23% rispetto ai 238 milioni di utenti del secondo trimestre dell’anno scorso.
Molto bene anche Twitter: l’utile netto adjusted della società gestita da Jack Dorsey si è attestato a 20 centesimi per azione, rispetto ai 7 centesimi attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv. Il fatturato è stato pari a $1,19 miliardi, meglio degli $1,07 miliardi previsti dal consensus e in crescita del 74% su base annua. Il ritmo di crescita del fatturato è stato il più alto dal 2014. Le entrate pubblicitarie incassate da Twitter sono volate dell’87% su base annua a $1,05 miliardi, a fronte di utenti attivi monetizzabili giornalieri pari a 206 milioni, rispetto ai 206,2 milioni previsti dagli analisti intervistati da StreetAccount. Dopo la perdita incassata nel secondo trimestre del 2020, pari a 1,38 miliardi, Twitter ha concluso il secondo trimestre del 2021 con un utile netto di $65,6 milioni. Nelle contrattazioni dell’afterhours le quotazioni dei Twitter sono volate fino a +9%, ora mettono a segno un rialzo minore (+1,7%).
Più che il bilancio, ha deluso invece la guidance di Intel sul margine lordo. Il colosso americano dei chip ha reso noto di aver concluso il secondo trimestre dell’anno con un utile netto di $51 miliardi, in calo dell’1% rispetto all’utile incassato nello stesso periodo del 2020. L’utile netto per azione si è attestato a $1,24, in rialzo del 4% su base annua. Su base adjusted, l’eps è stato pari a $1,28, in crescita del 12% su base annua e superiore agli $1,06 per azione attesi. Il fatturato adjusted è ammontato a $18,5 miliardi, in crescita del 2% su base annua, meglio dei $17,8 miliardi stimati. Sulla scia dei risultati di bilancio, Intel ha rivisto al rialzo la propria guidance sul fatturato adjusted per il 2021 di $1 miliardo a $73,5 miliardi, a fronte di un eps di $4,80. I risultati di Intel suggeriscono che il boom delle vendite di computer che è iniziato con la pandemia Covid-19 potrebbe continuare anche con il ritorno a scuola e negli uffici della gente. Tuttavia, il titolo perde dopo che il gigante dei chip ha detto di prevedere per il terzo trimestre dell’anno un margine lordo non-GAAP pari al 55%, in deciso calo dal 59,2% del secondo trimestre.
Intel ha spiegato il calo dei margini con le restrizioni che stanno colpendo l’offerta e con i costi legati alla produzione di chip con l’adozione di una nuova tecnologia. Il titolo segna una caduta di quasi -5%.
Tra gli altri titoli sotto i riflettori, non va affatto bene a Didi, con le adr che perdono più del 17% dopo il tonfo a Wall Street di ieri, pari a -11%.
Secondo quanto riporta Bloomberg, le autorità cinesi starebbero pianificando una sanzione ancora più alta rispetto a quella record versata a Alibaba pari a $2,8 miliardi. Ma la pena contro Didi potrebbe essere ancora più severa: Pechino starebbe pensando infatti di costringere la società al delisting.
Lo scorso 16 luglio, i funzionari di ben sette agenzie governative cinesi hanno fatto un blitz negli uffici del colosso di ride-sharing. I funzionari hanno condotto una ispezione per individuare la presenza di eventuali rischi per la sicurezza cibernetica. Una delle agenzie, la Cyberspace Administration of China (CAC), aveva già accusato la società di aver raccolto illegalmente i dati dei suoi utenti. La società cinese Didi Chuxing, nota anche come Uber cinese, è sbarcata il 30 giugno alla Borsa di New York, lanciando una delle operazioni di IPO degli Stati Uniti più grandi negli ultimi dieci anni.
Attenzione anche ad American Express: il giro d’affari del colosso americano è salito nel trimestre terminato a giugno del 33% a $10,2 miliardi rispetto ai $7,7 miliardi del secondo trimestre del 2020, e al di sopra dei $9,6 miliardi attesi dal consensus. Interrotta la scia di cinque trimestri consecutivi in cui il fatturato di American Express era sceso. “Abbiamo assistito all’accelerazione della spesa da parte dei possessori delle carte di credito rispetto al trimestre precedente, fino a raggiungere livelli superiori, nel mese di giugno, rispetto a quelli precedenti la pandemia: la più grande fetta di questa crescita delle spese è arrivata dai Millennials, dalla Generazione Z e dalle piccole imprese”, ha commentato Stephen Squeri, presidente e amministratore delegato del gruppo. Il titolo avanza di oltre il 3%.
Focus sui tassi sui Treasuries Usa, con quelli decennali che hanno sfondato al rialzo la soglia dell’1,30%, dopo essere precipitati al minimo in cinque mesi pari all’1,13% all’inizio della settimana, in quello che potrebbe essere ribattezzato il Black Monday, a causa della fuga dall’azionario. Fuga dall’azionario parallela all’incetta dei Treasuries, alimentata dalla paura per la recrudescenza del Covid-19.