Wall Street: recupero azzoppato da calo nuovi cantieri, Tesla giù: da inizio maggio titolo -20%
Dopo la sessione negativa di ieri Wall Street fallisce il tentativo di recupero, almeno in modo solido, che il trend dei futures Usa aveva lasciato presagire.
Pesa il dato relativo ai nuovi cantieri, scivolati ad aprile del 9,5% al tasso annualizzato di 1,569 milioni di abitazioni, peggio delle 1,7 milioni di unità previste. L’indicatore smorza il sentiment di mercato, mettendo in evidenza una certa debolezza nel mercato edilizio Usa.
Il Dow Jones sale dello 0,23% a 34.405 punti; lo S&P 500 è piatto con una variazione pari a -0,07% a 4.160, mentre il Nasdaq avanza dello 0,17% a 13.402 punti circa.
L’attenzione rimane anche oggi sul titolo Tesla che, nella sessione di ieri, ha perso fin oltre il 4%, per poi chiudere in calo del 2% circa, portando le perdite dall’inizio del mese a oltre il 20%. Il titolo è in ribasso di mezzo punto percentuale circa.
A pesare sulle quotazioni del colosso di auto elettriche di Elon Musk, è stata la decisione di Mr. Big Short Michael Burry, tra i gestori più seguiti al mondo, di rivelare una posizione short su Tesla che vale più di mezzo miliardo di dollari.
In una documentazione depositata presso la Sec, la Cassandra dei mercati – così si definisce lui stesso – ha reso noto di aver aperto una posizione short su 800.100 azioni Tesla, di un valore di $534 milioni, entro la fine del primo trimestre dell’anno, acquistando contratti put sul titolo.
In data 31 marzo, Burry deteneva ben 8.001 contratti put su Tesla.
Burry è conosciuto per essere il trader che nel 2008 fece guadagnare al suo fondo d’investimento circa 2,6 miliardi di dollari scommettendo un miliardo di dollari sul crollo del mercato immobiliare americano: la sua storia è stata raccontata nel libro di Michael Lewis “The Big Short” e nel successivo film La grande scommessa.
Da segnalare che le quotazioni di Tesla sono scese di quasi il 20% dall’inizio dell’anno, dopo essere volate del 740% nel 2020, anno del Covid-19.
Focus sui titoli retail dopo i bilanci comunicati dai titani del settore, Home Depot e Wal-Mart.
Home Depot debole, azzera quasi tutti i rialzi del premercato, scontando il dato macro relativo all’avvio dei nuovi cantieri, che interessa il suo business del fai da te in modo diretto. Dopo il balzo superiore a +2% del pre-mercato, l’azione è in rialzo di appena lo 0,30%.
Buoni i risultati di bilancio: il gruppo ha reso noto di aver riportto nel primo trimestre un utile per azione di $3,86, superiore ai $3,08 per azione attesi dal consensus. Le vendite nette sono salite del 32,7%, più delle attese.
Bene il titolo Wal-Mart, in rialzo del 3,5% dopo che il gigante americano ha reso noto di aver concluso i primi tre mesi dell’anno con utili netti a $2,73 miliardi, o 97 centesimi per azione, in calo rispetto ai $3,99 miliardi, o $1,40 per azione, dello stesso trimestre del 2020. Escluse le voci di bilancio straordinarie, l’utile per azione si è attestato a $1,69, facendo decisamente meglio degli $1,21 per azione attesi.
Il fatturato è salito di quasi il 3% a $138,31 miliardi dai $134,62 miliardi del primo trimestre del 2020, facendo meglio dei $131,97 miliardi stimati dal consensus.
Tra i titoli tecnologici e delle Big Tech, Facebook giù, bene invece Amazon, Alphabet, Apple e Microsoft. Nvidia sale dello 0,80%.