Wall Street positiva, spera in accordo Congresso. Alert Tudor Jones su effetto Blue Wave
Futures sugli indici azionari Usa positivi, con quelli sul Dow Jones che avanzano di 100 punti, anticipando un avvio positivo di circa 110 punti.
I futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq 100 avanzano rispettivamente dello 0,3% e dello 0,2%.
Onnipresente l’attenzione al piano di stimoli fiscali Usa, non ancora varato dal Congresso. Uno spiraglio di speranza è arrivato dalle dichiarazioni della speaker della Camera, Nancy Pelosi, che ha detto di aver fatto progressi nelle trattative con il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin:
“Se non stessimo facendo progressi, non sprecherei cinque secondi in queste conversazioni…questo è un tentativo serio. Credo che entrambe le parti vogliano raggiungere un accordo”.
Sullo sfondo gli investitori sono cauti, in attesa delle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre, ormai alle porte.
Ieri l’ultimo dibattito presidenziale tra il presidente Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden non ha avuto un forte impatto sui mercati. Detto questo, alcuni strategist temono l’effetto che sulla borsa Usa avrebbe una vittoria su tutti i fronti dei democratici.
Si parla della cosiddetta ‘blue wave’ (l’ondata blu), ovvero di quella situazione che si verrebbe a creare nel caso in cui i democratici riuscissero ad aggiudicarsi non solo la vittoria alle elezioni presidenziali, conquistando la Casa Bianca ma anche entrambi i rami del Congresso americano, ovvero la Camera dei Rappresentanti e il Senato.
A tal proposito, il gestore leggendario degli hedge fund Paul Tudor Jones ha avvertito che l’arrivo eventuale della blue wave potrebbe mettere sotto pressione la borsa Usa, nel lungo termine:
“Credo che con una blue wave e il piano fiscale di Biden, nel lungo termine gli asset finanziari soffrirebbero parecchio”, ha detto, nel suo intervento alla trasmissione “Squawk Box” della Cnbc.
Tra le storie societarie di rilievo, Intel, che affonda in Borsa di quasi -10% dopo che il colosso dei chip ha riportato di aver concluso il terzo trimestre dell’anno con utili netti per un valore di $4,3 miliardi, o $1,02 per azione, in calo di oltre -28% rispetto ai $5,99 miliardi, o $1,35 per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.
Escluse le voci di bilancio straordinarie, Intel ha riportato un utile per azione di $1,11, inferiore rispetto agli $1,42 dello stesso periodo dell’anno scorso, ma in linea con le stime elaborate dagli analisti intervistati da FactSet.
Il mercato ha scontato tuttavia la delusione per i numeri della divisione data-center, ovvero del centro di elaborazione dati, che vede come rivale soprattutto AMD, e che ha visto scendere il fatturato del 7% a $5,9 miliardi, peggio dei $6,21 miliardi stimati dal consensus.
Il segmento più grande di Intel – client-computing e il gruppo di PC tradizionali – ha visto invece il fatturato salire dell’1%, a $9,8 miliardi, meglio dei $9,09 miliardi attesi, grazie al balzo della domanda di PC.
Non hanno convinto neanche le stime. Intel prevede per il quarto trimestre dell’anno un giro d’affari di $17,4 miliardi e un utile su base adjusted di $1,10 per azione, meglio dell’attivo per azione di $1,07 atteso in media dagli analisti, ma peggio del fatturato stimato a $18,24 miliardi.
Delusione anche per la divisione Internet of Things, o IoT, che ha visto il fatturato scendere del 33% a $677 milioni, rispetto ai $788,8 milioni attesi.
Bene invece Gilead Sciences, che avanza di oltre +4% dopo che l’FDA, l’autorità responsabile del controllo sui beni alimentari e sui farmaci negli Stati Uniti, ha approvato il farmaco anti-virale remdesivir, prodotto da Gilead Sciences, nel trattamento del coronavirus.