Wall Street positiva, focus su meeting NATO con nuove sanzioni anti-Russia. Petrolio giù
Wall Street positiva, dopo la chiusura in rosso della vigilia e nel giorno della riunione della NATO, a Bruxelles, a cui presenzia il presidente americano Joe Biden.
Gli Stati Uniti sono pronti a colpire con nuove sanzioni 400 tra individui e aziende russi, inclusi più di 300 esponenti della Duma e oligarchi.
Washington è pronta anche a bloccare l’oro della banca centrale della Russia. Alle 15 circa ora italiana, il Dow Jones sale di 112,70 punti (+0,33%), a 34.471 punti, lo S&P 500 avanza dello 0,45% a 4.476 e il Nasdaq fa +0,40% a 13.976 circa.
Ottime notizie dal fronte del mercato del lavoro degli Stati Uniti. Il numero dei lavoratori americani che hanno fatto richiesta per la prima volta per l’ottenimento dei sussidi di disoccupazione è scivolato su base settimanale di 28.000 unità, a quota 187.000, facendo decisamente meglio rispetto alle 212.000 unità attese, e scendendo al valore più basso dal 1969.
Gli ordini dei beni durevoli Usa hanno segnato invece un calo del 2,2%, facendo decisamente peggio rispetto al -0,5% stimato dal consensus e decelerando in modo significativo rispetto alla crescita di gennaio, pari a +1,6%.
Il recupero dell’azionario è evidente: lo S&P 500 è scivolato in fase di correzione alla fine di febbraio, ma ora oscilla a un valore inferiore del 7,5% rispetto ai suoi massimi; il Dow Jones dista dal suo record intraday del 7%, mentre il Nasdaq Composite è in ribasso dai massimi di ben il 14%, rimanendo in fase di correzione (valore inferiore di oltre il 10% dai record testati):
“Sebbene l’azionario stia cercando di recuperare terreno dalla fase di correzione, i mercati sono fondamentalmente più rischiosi e più incerti rispetto al periodo precedente l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”, ha commentato Richard Saperstein, responsabile degli investimenti presso Treasury Partners.
Volatilità sul mercato del petrolio. Ieri il Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan ha detto che gli Stati Uniti e gli alleati hanno fatto progressi nei negoziati con Teheran per arrivare a un accordo sul nucleare, ma che rimangono alcune questioni da risolvere.
“Il ritiro delle restrizioni sulle esportazioni (di petrolio) iraniane aiuterebbe ad alleviare la forte scarsità dell’offerta presente in questo momento sui mercati petroliferi”, ha scritto in una nota la società di consulenza JBC Energy.
Sia il Brent che il WTI hanno riportato solidi guadagni questa settimana, con i futures sul Brent volati di oltre 14 dollari al barile, o del 13%, dalla sessione di lunedì, e il WTI salito di oltre 10 dollari, o del 10%: il trend si giustifica con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche dovute al conflitto tra Russia e Ucraina.
Al momento i contratti sono tuttavia in calo: il Brent cede più dell’1% a $120,33; anche il WTI perde più dell’1%, scendendo a $113,50 circa. I tassi sui Treasuries Usa tornano a salire al 2,363%, dopo essere balzati ieri fino al 2,417%, nuovo massimo dal maggio del 2019.
Ieri il Dow Jones Industrial Average ha perso 450 punti circa, o l’1,3%; lo S&P 500 è sceso dell’1,2%, il Nasdaq Composite è arretrato dell’1,3%.