Wall Street nervosa, analisti e strategist temono correzione. Per Morgan Stanley ora la borsa Usa è ‘underweight’
Wall Street in cerca di direzione, dopo il lungo week end della borsa Usa dovuta alla celebrazione del Labor Day. Il Dow Jones arretra dello 0,56% a 35.171 circa; lo S&P 500 scende dello 0,29% a 4.522, mentre il Nasdaq azzarda un rialzo molto contenuto, pari a +0,05%, a quota 15.370.
Pesa sul sentiment la nota che gli analisti di Goldman Sachs hanno diramato venerdì scorso, e con cui hanno tagliato le stime sul Pil Usa. Non solo: diversi strategist consigliano di stare sull’attenti.
Goldman Sachs, in particolare, ha scritto di prevedere per il 2021 una crescita del Pil Usa, su base annua, pari al +5,7%, inferiore al +6,2% atteso dal consensus. Tagliato anche l’outlook sul Pil del quarto trimestre dell’anno, dalla crescita pari a +6,5% precedentemente prevista a una espansione pari a +5,5%.
Gli strategist del colosso bancario americano hanno motivato il downgrade con l’impatto della variante Delta sull’economia e lo smorzarsi degli effetti degli stimoli fiscali.
“Andando in avanti, sembrano aumentare gli ostacoli per una crescita solida dei consumi – si legge nella nota – la variante Delta sta già pesando sulla crescita del terzo trimestre, e lo smorzarsi degli stimoli fiscali, così come la ripresa più lenta del settore dei servizi, rappresenteranno entrambi un ostacolo nel medio periodo”.
Tra i titoli più attivi in premercato, GM sotto pressione dopo che vari leader del settore auto, in occasione del
Motor Show di Monaco, hanno ammesso di prevedere che la crisi globale dei chip continuerà a pesare sul comparto.
In particolare il ceo di Volkswagen Herbert Diess, il ceo di Daimler Ola Kallenius e il presidente di Ford Europe Gunnar Herrmann hanno riferito, intervistati dalla Cnbc, che è difficile capire quando la questione della carenza di chip potrà essere risolta.
L’AD di Volkswagen Diess ha sottolineato, nello specifico, come il gruppo automobilistico tedesco abbia visto scendere la propria quota di mercato in Cina, a causa del problema.
E Hermann di Ford Europe ha detto di ritenere che la crisi dei chip potrebbe continuare fino al 2024.
Giù anche Boeing, dopo che il Wall Street Journal ha riportato alcuni rumor, secondo cui le consegne dei 787 Dreamliner saranno probabilmente rimandate per l’ennesima volta. Inoltre Ryanair, tra le compagnie aeree principali clienti di Boeing, ha annunciato che le trattative con il colosso aerospaziale Usa, aventi per oggetto la consegna di 10 jet 737 MAX, si sono tradotte in un nulla di fatto, a causa di divergenze sul prezzo. L’accordo, se concluso, avrebbe fruttato a Boeing decine di miliardi di dollari.
Il mese di settembre è finora positivo, ma siamo solo all’inizio: lo S&P 500 è avanzato dello 0,3%.
Stiamo parlando tra l’altro del mese storicamente peggiore dell’anno, in un cui in media lo S&P è sceso dello 0,6%, facendo peggio di tutti gli altri mesi.
In questo contesto non aiuta certo la nota di Morgan Stanley, che ha rivisto al ribasso il rating sull’azionario Usa ad “underweight”.
“Intravediamo un periodo nervoso per i mesi di settembre e di ottobre, in corrispondenza con le fasi finali della transizione di metà ciclo – hanno scritto gli strategist del team di Andrew Sheets – Continuiamo a ritenere che questo sia un ciclo ‘normale’, semplicemente più veloce e più forte, e il nostro modello di ciclo rimane in espansione. Ma i prossimi due mesi presenteranno rischi molto forti per la crescita, la politica, e l’agenda normativa”.
A livello settoriale, Morgan Stanley ha tagliato il rating di diversi titoli farmaceutici di società Usa a larga capitalizzazione, citando il margine di rialzo ormai limitato per le relative azioni.
I rating di Johnson & Johnson, Merck e Amgen, in particolare, sono stati abbassati da “overweight” a “equal weight”. Tutti e tre i titoli sono in calo.
Il trend del 2021 di Wall Street rimane positivo: dall’inizio dell’anno, il Dow Jones è in rialzo del 15,5%, lo S&P 500 del 20,7%, e il Nasdaq del 19,2%, sebbene gli investitori e gli analisti temano che proprio nel mese di settembre arriverà la tanto temuta correzione.
A tal proposito Bank of America ha scritto in una nota che “alcuni segnali indicano che potrebbe essere arrivato il momento di iniziare a essere più selettivi nella scelta delle azioni”.