Wall Street: mini rivincita Dow Jones dura poco, Nasdaq cede quasi -3% Euro buca anche $1,18 su rumor Bce
Wall Street in territorio negativo, dopo i nuovi record inanellati, alla vigilia, dagli indici S&P 500 e Nasdaq.
In particolare, il Nasdaq ha superato e chiuso al di sopra della soglia dei 12.000 punti, per la prima volta nella storia.
Nella sessione odierna, inizialmente il Dow Jones è sembrato avere la meglio, puntando – debolmente – verso l’alto.
Poi è sceso anch’esso, e ora cede 250 punti circa (-0,80%), a 28.870; lo S&P arretra dell’1,63%, a 3.523, mentre il Nasdaq riporta un tonfo superiore a 330 punti (quasi -3%), a 11.713, perdendo la quota 12.000 conquistata proprio ieri.
Il rapporto sulle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione confonde i mercati. Dal dato è emerso che, la scorsa settimana, il numero dei lavoratori americani che hanno fatto richiesta per ottenere per la prima volta i sussidi di disoccupazione è sceso di 130.000 a 881.000 unità, rispetto alle richieste di 1 milione della settimana precedente (dato rivisto al rialzo).
Si tratta del valore più basso dall’inizio della crisi innescata dalla pandemia del coronavirus, decisamente meglio del rialzo di 965.000 atteso dagli analisti.
Tuttavia, proprio il dipartimento del Lavoro Usa aveva avvertito la scorsa settimana che, a partire dai dati sui sussidi diffusi oggi, avrebbe cambiato il modo in cui apporta aggiustamenti ai numeri su base stagionale.
La nuova metodologia, avvertono però gli esperti, non è stata applicata al precedente dato; e questo fattore rende sfalsato il paragone: motivo per cui, per avere un’idea del trend, gli investitori dovrebbero focalizzarsi più sul dato non-adjusted.
E da qui emerge che, in realtà, i sussidi richiesti sono stati pari a 833.000, in rialzo di 7.600 unità rispetto ai 825.000 della settimana precedente. In più, le richieste avanzate nell’ambito del programma Pandemic Unemployment Assistance – piano che consente di fare domanda a chi di norma non ne ha diritto – sono balzate di 159.000 unità, a 759.000 unità circa.
Facendo in questo modo altri calcoli, risulterebbe che, in tutto, negli States e su base non-adjusted, sarebbero ben 29,2 milioni le persone che hanno percepito i sussidi nella settimana presa in considerazione, in rialzo di 2,2 milioni rispetto alla settimana precedente. Insomma, nulla di cui essere particolarmente contenti.
Gli investitori avranno l’occasione di schiarirsi le idee nella giornata di domani, con la pubblicazione del report occupazionale di agosto che, secondo gli analisti, mostrerà una creazione di 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro.
A trascinare al ribasso gli indici azionari Usa sono oggi i titoli tecnologici, colpiti dalle prese di profitto dopo i poderosi rally. Giù Apple, Facebook, Amazon, Alphabet and Netflix, Microsoft.
Protagonista oggi anche il rialzo del dollaro, dopo i rumor riportati dal Financial Times secondo cui, tra gli esponenti del Consiglio direttivo della Bce, starebbe aumentando il timore di un Super euro, dopo che la moneta unica è balzata fin oltre $1,20, successivamente alla svolta storica di politica monetaria annunciata dalla Fed.
E così oggi l’euro è arrivato a scivolare anche sotto la soglia di $1,18, fino al minimo intraday di $1,1789. Ora riduce le perdite, ma rimane attorno alla soglia di $1,18.
Il Dollar Index si attesta a un livello superiore dell’1,3% rispetto al minimo degli ultimi 28 mesi testati nella sessione di martedì.
Dollaro in ripresa anche contro la sterlina, con il rapporto sterlina dollaro in calo dello 0,45%, a $1,3292. Il biglietto verde sale anche nei confronti dello yen, avanzando dello 0,15% a JPY 106,34.