Wall Street inizia ottobre all’insegna dei buy, Nasdaq frena a settembre ma +24,5% in 2020. Occhio a Apple
Wall Street inizia il mese di ottobre e il quarto trimestre del 2020 all’insegna degli acquisti, in vista di diverse sfide, tra cui quella più grande delle elezioni presidenziali del 3 novembre.
Quello di settembre è stato un brutto mese per la borsa Usa:
il Dow Jones Industrial Average ha perso quasi il 2,3%, lo S&P 500 ha ceduto il 3,9%, e il Nasdaq Composite ha fatto – 5,2%. C’è da dire, però, che la borsa Usa ha performato bene nel terzo trimestre.
L’indice Dow Jones ha chiuso il periodo luglio-settembre con un guadagno del 7,6%, riportando una flessione pari a -2,7% in tutto il 2020. L’indice S&P 500 è salito dell’8,5%, a fronte di un +4,1% dall’inizio dell’anno. Il Nasdaq Composite è balzato dell’11% negli ultimi tre mesi, con un rally complessivo, quest’anno, pari a ben +24,5%, nonostante il calo del 5% di settembre. Da segnalare inoltre che, nel terzo trimestre del 2020, Apple in particolare è salita di quasi il 44%, confermandosi tuttavia tra le vittime illustri di settembre, con una flessione superiore a -10%. Tesla si è aggiudicata la prima postazione nell’ultimo trimestre, con un rally superiore a +245% nel terzo trimestre (a settembre le quotazioni hanno perso -13,9%).
Ieri il Dow Jones Industrial Average è balzato di 329,04 punti, (+1,2%), a 27.781,70 punti; lo S&P 500 è salito dello 0,8% a 3.363 punti e il Nasdaq Composite è avanzato dello 0,7% a 11.167,51.
Oggi altra giornata di buy. Dopo pochi minuti dall’inizio della sessione, il Dow Jones sale di oltre 220 punti (+0,80%), a 28.002 punti circa; lo S&P 500 avanza dello 0,90% circa a 3.394, mentre il Nasdaq balza di più di 140 punti (+1,25%), a 11.308 punti.
Il sentiment positivo si spiega con le notizie arrivate dal Congresso Usa: è vero che, per l’ennesima volta, la Speaker della Camera dei Rappresentanti Usa Nancy Pelosi e il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin non sono riusciti a trovare un accordo sul nuovo pacchetto di stimoli anti-COVID a cui Capitol Hill sta lavorando da settimane.
Ma sia Pelosi che Mnuchin si sono detti più fiduciosi nella possibilità di arrivare a un’intesa e i democratici della Camera hanno rimandato il voto atteso ieri notte sulla loro proposta da $2,2 trilioni, per permettere alle trattative con i repubblicani di proseguire.
Il responsabile dello staff della Casa Bianca Mark Meadows ha riferito inoltre ai giornalisti che Donald Trump ha migliorato la propria proposta sul valore complessivo degli stimoli economici anti-COVID-19 a più di $1,5 trilioni.
Nessun dettaglio è stato fornito sull’importo reale del pacchetto che incontrerebbe il favore di Trump. Si sa comunque che qualsiasi piano fiscale da $2 trilioni o superiore sarebbe, come ha detto Meadown, “un vero problema”.
Il funzionario della Casa Bianca ha aggiunto che la proposta di Trump include altri aiuti alle compagnie aeree tra cui l’estensione di sei mesi del blocco dei licenziamenti e una iniezione di $20 miliardi.
Tra l’altro, è stato lo stesso segretario al Tesoro Usa Mnuchin, in una intervista alla Cnbc, a lanciare un appello alle compagnie aeree Usa, affinché ritardino l’invio delle lettere di licenziamenti.
Fino alla giornata di ieri, le compagnie aeree americane American Airlines e United Airlines hanno confermato che avrebbero iniziato ad avviare i tagli – che prevedono licenziamenti di più di 32.000 dipendenti – a partire dalla giornata di oggi, 1° ottobre.
La decisione è stata presa dopo l’ennesimo flop delle trattative al Congresso. Le due compagnie hanno comunicato tuttavia entrambe che, nel caso un cui i Democratici e i Repubblicani riuscissero a trovare un accordo sul piano di stimoli fiscali, la decisione potrebbe essere ritirata.
Il piano federale da $25 miliardi con cui il Congresso americano, lo scorso marzo, ha dato un assist al settore aereo, impedendo alle compagnie di licenziare, scade nella giornata di oggi.
I dirigenti del comparto, negli ultimi mesi, hanno auspicato l’approvazione di un altro sostegno da $25 miliardi, ricevendo la disponibilità di entrambi i partiti. Ma gli aiuti sono contenuti nel piano di aiuti che il Congresso, di nuovo, nella giornata di ieri, non è riuscito ad approvare. Sono proprio i dipendenti di American (-1% in premercato) e United (+0,70%) a rappresentare la fetta più grande dei più di 30.000 tagli al personale che dovrebbero partire nella giornata di oggi.
Detto questo, il maggiore ottimismo di Pelosi e Mnuchin lascia sperare Wall Street in un accordo imminente.
Prima della sessione è stato diffuso il rapporto sulle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione che, nella settimana terminata lo scorso 26 settembre, sono salite di 837mila unità rispetto alle +873mila della passata rilevazione (dato rivisto da +870mila). Il mercato si attendeva un dato pari a +850mila. Il report è stato dunque migliore delle attese.