Wall Street: inflazione a record dal 1982 già scontata. Dow Jones, Nasdaq e S&P chiudono settimana positiva
Wall Street in rialzo, dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione Usa relativo all’indice dei prezzi al consumo, evidentemente già prezzato dai mercati. I tassi sui Treasuries Usa decennali scendono infatti all’1,427%.
Il dato è salito a novembre dello +0,8% su base mensile, scattando al rialzo del 6,8% su base annua, e raggiungendo così il record dal giugno del 1982.
Gli economisti intervistati da Dow Jones avevano stimato un rialzo del 6,7%, anche in questo caso al record dal 1982, rispetto al 6,2% del mese di ottobre. L’inflazione Usa core misurata dall’indice dei prezzi al consumo esclusi i prezzi dei beni energetici e dei beni alimentari, è salita dello +0,5% su base mensile, scattando al rialzo dal 4,6% al 4,9% su base annua, in linea con le attese. Sebbene in forte crescita, i dati sull’inflazione non hanno riservato grandi sorprese, fattore che ha rasserenato il sentiment sui mercati.
C’è da dire che la Federal Reserve ha già indicato di essere pronta a intervenire, rafforzando ulteriormente il tapering appena lanciato, che per ora prevede un taglio degli acquisti di asset al mese di $30 miliardi, rispetto al totale che ammontava ogni mese a $120 miliardi. Particolarmente da falco sono state le dichiarazioni, la scorsa settimana, del presidente della Fed Jerome Powell, che ha affermato che sarebbe forse il caso di smettere di affiancare l’aggettivo “transitorio” alla parola “inflazione”.
Alle 15.45 circa ora italiana, il Dow Jones sale di 184 punti (+0,51%), a 35.938 punti; lo S&P 500 avanza dello 0,61% a 4.695 punti, mentre il Nasdaq fa +0,40% a 15.581 punti circa.
Tutti e tre gli indici si apprestano a terminare la settimana in crescita su base settimanale, con il Dow Jones che ha incassato il 3,4% e lo S&P 500 e il Nasdaq Composite in rialzo del 2,8% dalla seduta di lunedì.
Tra i titoli protagonisti di oggi, Tesla, che al momento riporta un trend piatto, dopo aver perso l’1% in premercato, a causa della notizia relativa all’ennesima decisione del ceo Elon Musk di smobilizzare nuove azioni del colosso delle auto elettriche. Stando ai documenti depositati presso la Sec, Musk ha venduto altre 934.091 azioni Tesla, per un valore totale di $963,2 milioni.
L’AD ha esercitato anche contratti di opzione per l’acquisto di 2,17 milioni di azioni Tesla.
Il calo del titolo Tesla -successivo alla caduta di ieri, pari a -6% – potrebbe essere stato provocato anche dall’ultimo tweet di Elon Musk in cui si legge – ma non si capisce, come al solito, se si tratti di uno scherzo o di una dichiarazione seria – che il ceo starebbe considerando l’opzione di lasciare le sue occupazioni per diventare “un influencer”.
Boom di buy invece sul titolo Oracle, che schizza di oltre +16% dopo che la società americana ha diramato ieri i suoi risultati di bilancio. Dalla trimestrale è emerso un eps pari a $1,21 su base adjusted, meglio degli $1,11 attesi dal consensus degli analisti. Il fatturato, nel secondo trimestre fiscale dell’anno, è salito inoltre del 6% a $10,36 miliardi, meglio dei $10,21 miliardi attesi.
Riguardo alla guidance, Oracle prevede un eps per il suo terzo trimestre fiscale compreso tra $1,14 e $1,18 su base adjusted, e un fatturato in rialzo tra il 3% e il 5%.
Gli analisti intervistati da Refinitiv prevedono utili su base adjusted di $1,16 per azione su un giro d’affari di $10,56 miliardi, fattore che implicherebbe per il fatturato un aumento del 5% circa.
Vendite su Southwest Airlines, dopo che gli analisti di Goldmaan Sachs hanno rivisto al ribasso il rating, sottolineando che, in generale, il settore delle compagnie aeree è suscettibile al rischio di inflazione.
Il rating è stato abbassato da “neutral” a “sell” Male anche Alaska Air Group.
Le quotazioni della società di attrezzi da fitness Peloton, rimangono negative ma riducono le perdite dopo il tonfo superiore a -11% di ieri.
Credit Suisse ha downgradato la sua view sull’azione, sottolineando che il ritorno in palestra degli amanti del fitness e altri cambiamenti nelle spese dei consumatori incideranno negativamente sulla redditività del gruppo. Il rating sul titolo Peloton è stato abbassato a “neutral” da “outperform”, mentre il target price è stato ridotto da $112 a $50.