Wall Street in preda a paura Fed con tassi a nuovi record. Petrolio -4% sotto $100 con lockdown Cina e post downgrade
E’ soprattutto il Nasdaq a inaugurare la nuova settimana di Wall Street all’insegna delle vendite. Il listino tecnologico perde lo 0,94%, confermando quella scia ribassista che, la scorsa settimana, gli ha fatto perdere il 3,9%.
Male anche gli altri indici, a fronte della continua fiammata dei tassi sui Treasuries Usa.
Quelli con scadenza decennale testano un nuovo record in tre anni, balzando fino a oltre il 2,77%. Al momento oscillano al rialzo poco distanti dal massimo, attorno al 2,7629%.
Trascorse le 16 ora italiana, il Dow Jones cede più di 66 punti (-0,19%),a 34.655 punti; il Nasdaq arretra di oltre l’1% a 13.570, mentre lo S&P 500 scende dello 0,80% a 4.452.
Grande attenzione, questa settimana, ai dati che condizioneranno la politica monetaria di una Fed già determinata a mostrarsi più aggressiva, con rialzi dei tassi di 50 punti base e una riduzione sostenuta del proprio bilancio.
Nel tratto compreso tra 2 e 10 anni la curva dei rendimenti dei Treasuries Usa è tornata alla normalità dopo l’inversione di due settimane fa circa: i tassi decennali oscillano infatti a un valore superiore a quello dei tassi a due anni, che viaggiano attorno al 2,541%.
Rimane invece invertita la curva dei rendimenti nel tratto 5-30 anni: i tassi a cinque anni salgono al 2,8154%, livello superiore rispetto al 2,784% dei tassi trentennali.
L’inflazione e il timore che la Fed, con le sue strette monetarie, finisca con il far deragliare la crescita dell’economia Usa sono i fattori che più di tutti, insieme agli effetti della guerra tra la Russia e l’Ucraina, assillano gli operatori.
Nuove indicazioni sull’inflazione Usa arriveranno domani, martedì 12 aprile, con la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo di marzo; dopodomani mercoledì 13 aprile, sarà il turno dell’indice dei prezzi alla produzione Usa, sempre di marzo.
Il sentiment è affossato anche dai timori di un rallentamento economico più sostenuto delle attese in Cina, sulla scia dei lockdown lanciati per arginare l’ondata di Covid peggiore dal 2020.
Proprio il timore sugli impatti dei lockdown in Cina – nuovi problemi alle catene di approviggionamento e incertezze sulla crescita economica globale – affossano oggi le quotazioni del petrolio.
Il Brent e il WTI cedono entrambi più del 4%, scivolando rispettivamente a $98,55 e $94,08. Gli analisti di Bank of America hanno ribadito l’outlook sui prezzi del petrolio a una media di $102 al barile per il 2022-23, tagliando tuttavia le stime sul picco d’estate, a $120. UBS ha rivisto al ribasso le previsioni sul Brent del mese di giugno di 10 dollari a $115 al barile.
Attesa intanto per l’inizio della stagione delle trimestrali Usa, che vedrà a partire dalla giornata di mercoledì JPMorgan Chase e Delta diffondere i risultati di bilancio relativi al primo trimestre del 2022. Diffonderanno le loro trimestrali anche Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citibank, Wells Fargo, PNC.