Wall Street in calo, giù anche tassi Treasuries dopo dato inflazione. GE balza del 5%, Tesla ancora preda di pesanti sell (-8%)
Wall Street in lieve calo, all’indomani dei nuovi valori record testati dai tre principali indici azionari Usa. Il Dow Jones arretra dello 0,21% a 36.354 punti, lo S&P cede lo 0,20% a 4.692 mentre il Nasdaq Composite scende dello 0,30% a 15.933 punti.
Focus sulla diffusione dell’indice dei prezzi alla produzione, importante termometro del trend dell’inflazione che, nel mese di ottobre, è salito negli Stati Uniti su base annua dell’8,6%, così come a settembre. Il rialzo è stato inferiore al +8,7% atteso dal consensus. La componente core che esclude i prezzi dei beni alimentari ed energetici è avanzata del 6,8%, come da attese.
Su base mensile, il dato generale dell’inflazione è aumentato dello 0,6%, più del +0,5% atteso; la componente core è salita dello 0,4%, meno del +0,5% stimato.
Domani sarà reso noto l’altro termometro cruciale dell’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo, che gli analisti prevedono in rialzo dello 0,6% su base mensile.
L’impatto del mancato boom dell’inflazione – o almeno non come si temeva – è visibile nel mercato dei Treasuries Usa.
I rendimenti dei titoli di stato Usa a scadenza decennale arretrano fino a -5,9 punti base all’1,438% mentre i rendimenti trentennali sono scivolati fino a -5,5 punti, all’1,833%. Focus anche sul trend dei rendimenti dei TIPS a 30 anni, Treasuries a 30 anni, il cui rendimento ieri è sceso fino a -0,508%, al minimo di sempre.
La borsa Usa ritraccia da nuovi valori massimi testati alla vigilia: ieri il Dow Jones è salito di 104 punti (+0,29%), segnando la 44esima chiusura a livelli record dell’anno; lo S&P ha segnato un aumento di appena +0,09%, chiudendo al di sopra della soglia di 4.700 punti per la prima volta nella sua storia. Il Nasdaq Composite ha fatto +0,07%, riportando l’undicesima seduta consecutiva di guadagni, la fase rialzista più lunga dal dicembre del 2019. Il listino tecnologico ha chiuso al nuovo record per la 44esima volta nel 2021.
Tra i titoli protagonista GE dopo che il gigante industriale americano co-fondato da Thomas Edison nel 1878 ha annunciato un piano per dividersi in tre gruppi distinti. Il colosso ha reso noto che si dividerà in unità separate che si focalizzeranno sull’aviazione, sull’healthcare e sull’energia.
Lo spin off degli asset energetici avverrà entro l’inizio del 2023, con la creazione della divisione energetica prevista entro l’inizio del 2024. Il titolo, volato in premercato fin oltre il 12%, sale ora del 5% circa.
Bene anche il titolo Nvidia, +1,90% dopo che la società ha reso noto di star lavorando con diverse società produttrici di sensori per la guida autonoma su sistemi di sicurezza, che i produttori di auto potrebbero essere in grado di ottenere nel 2024.
Tesla torna ad affondare, capitola di quasi -8%, dopo aver perso alla vigilia il 5% circa, sulla scia dell’esito del sondaggio su Twitter lanciato dal fondatore e ceo Elon Musk.
Musk ha chiesto ai suoi followers se vendere o meno il 10% delle sue azioni Tesla per pagare le tasse: il 58% dei partecipanti al sondaggio ha risposto “SI”, portando il mercato a scontare il possibile smobilizzo di parte delle quote detenute dall’AD.
Ieri Wall Street ha beneficiato dell’approvazione, da parte della Camera dei Rappresentanti Usa, della proposta del maxi piano di infrastrutture, del valore di oltre $1 trilione, che ha ottenuto già il via libera del Senato nel mese di agosto. Ora si attende la firma del presidente americano Joe Biden per la trasformazione della proposta in legge. Il pacchetto fornirà nuovi fondi a favore di progetti che coinvolgeranno la rete dei trasporti, la banda larga, le utilities e altri settori.
Sul Dow Jones in particolare è balzato di oltre il 4% il titolo del colosso produttore di macchinari industriali Caterpillar. Oggi il titolo cede poco più dell’1%.