Wall Street in calo aspettando la Fed. Per gli analisti Powell spingerà sul pedale tapering per alzare i tassi prima del previsto
Wall Street in ribasso in attesa dell’annuncio del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, in calendario alle 20 ora italiana. Il Dow Jones perde lo 0,37% a 35.412 punti; lo S&P 500 arretra dello 0,27% a 4.620. In flessione il Nasdaq, che scende dello 0,53% a 15.154 punti.
Gli economisti interpellati dalla Cnbc hanno detto di credere che il grande annuncio di oggi riguarderà il tapering, dunque la riduzione del programma di acquisti di asset da parte della Fed, ovvero il bazooka lanciato nel 2020 per fronteggiare l’emergenza della pandemia Covid-19 . La Fed dovrebbe decidere di velocizzare i tagli degli acquisti – al momento i tagli ammontano ad appena $15 miliardi al mese, portando così il totale degli asset che vengono acquistati ancora ogni mese a $105 miliardi -, raddoppiandoli e portandoli così a $30 miliardi.
In questo modo la fine del piano di tapering verrebbe anticipata, dal giugno al marzo del 2022, per lasciare la banca centrale con le mani libere per iniziare ad alzare, a partire dall’anno prossimo, i tassi sui fed funds, che sono ancora inchiodati, dall’anno scorso, nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%.
Gli analisti intervistati dalla Cnbc ritengono che la Fed inizierà ad alzare i tassi due volte l’anno prossimo, due nel 2023 e nel 2024.
Gli analisti di Goldman Sachs, così come Morgan Stanley, sono d’accordo con il consensus degli economisti nel ritenere che la Fed raddoppierà il ritmo del tapering a $30 miliardi al mese.
A loro avviso, il dot plot mostrerà due rialzi dei tassi nel 2022, tre strette nel 2023, quattro nel 2024, per un totale di nove strette nei prossimi tre anni.
Per quanto riguarda invece le previsioni proprie di Goldman Sachs, gli economisti stimano che il Fomc alzerà i tassi nel 2022 tre volte, ovvero nei mesi di maggio, luglio e novembre (rispetto ai mesi precedentemente individuati ingiugno, settembre, dicembre), per poi alzare i tassi altre quattro volte, due nel 2023 e due nel 2024, per un totale di sette volte fino alla fine del 2024.
Dal canto suo François Rimeu, Senior Strategist di La Française AM, si è così espresso:
“Riteniamo che la FED annuncerà il raddoppio del ritmo del tapering, arrivando a 30 miliardi di dollari al mese a partire da metà gennaio 2022 (inizialmente aveva annunciato la cifra di 15 miliardi). Ciò comporterebbe la fine del Quantitative Easing a marzo 2022 (e non a giugno). Di conseguenza, il grafico dot plot mostrerà rialzi dei tassi prima del previsto: due l’anno prossimo (0,625%) e altri cinque fino al 2024 (tre nel 2023, dell’1,375%, e due nel 2024, dell’1,875%). I FED fund di lungo periodo rimarranno invariati al 2,5%”.
Ancora Rimeu:
“Siamo dell’idea che il SEP (Summary of Economic Projections) mostrerà una crescita inferiore per il 2021 (dal 5,9% al 5,5%), ma una crescita più alta del PIL nel 2022 (dal 3,8% al 3,9%), con una crescita invariata nel 2023 e 2024 (rispettivamente al 2,5% e al 2%). Infine – continua l’esperto – il FOMC dovrebbe rivedere le proprie previsioni di un’inflazione del PCE (Personal Consumption Expenditures/Spese personali di consumo) più alta, con previsioni in aumento dal 4,2% al 5,3% nel 2021, dal 2,2% al 2,4% nel 2022, e invariate nel 2023 e 2024, rispettivamente al 2,2% e al 2,1%”.
Dal fronte macroeconomico, oggi è stato reso noto il dato relativo alle vendite al dettaglio degli Stati Uniti, salite dello 0,3% a novembre, al di sotto delle attese degli analisti, che avevano previsto un rialzo dello 0,8%, dopo il balzo di ottobre pari a +1,7%. Escluso il settore auto, il dato ha riportato un aumento ancora pari a +0,3%, anche in questo caso deludendo le stime, che erano per un rialzo dello 0,9%. Il precedente dato ex auto di ottobre è stato rivisto al ribasso dal +1,8% inizialmente reso noto a una crescita pari a +1,7%. Escludendo sia le vendite di auto che di benzina, le vendite al dettaglio sono salite dello 0,2%, meno del +0,9% stimato anche in questo caso.
I tassi sui Treasuries a 10 anni avanzano all’1,451%.
Mercato del forex sull’attenti in attesa dell’annuncio del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, in calendario alle 20 ora italiana. Neil Jones, responsabile della divisione del forex presso Mizuho, ha fatto notare tuttavia alla Cnbc che è possibile che la Fed si confermi più dovish rispetto a quanto i mercati stiano scontando e che, di conseguenza, la reazione del dollaro all’annuncio di oggi possa essere ribassista.
Alle 16.00 e anche in vista della riunione del Consiglio direttivo della Bce, attesa per la giornata di domani, il rapporto euro-dollaro, che in precedenza era in rialzo, si indebolisce e riporta un trend piatto a $1,1257. Il dollaro avanza sullo yen a JPY 113,83.
In attesa della Bank of England, che si riunirà anch’essa nella giornata di domani, il rapporto sterlina-dollaro azzera i rialzi precedenti ed è poco mosso a $1,3227, nonostante la pubblicazione del dato relativo all’inflazione nel Regno Unito, con l’indice dei prezzi al consumo volato al 5,1% nel mese di novembre.
Occhio a tal proposito all’alert che è stato lanciato ieri dal Fondo Monetario Internazionale alla Bank of England.
L’Fmi ha avvertito la BoE contro il rischio che non agisca contro l’inflazione, consigliandole di non rimanere inerte di fronte al balzo dei prezzi visto che, secondo le stime dell’istituzione di Washington, l’inflazione UK toccherà probabilmente il record degli ultimi 30 anni l’anno prossimo, volando al 5,5%. La moneta unica avanza sullo yen dello 0,10% a JPY 128,13, salendo anche sul franco svizzero, con +0,22% a CHF 1,0427.