Wall Street: il tapering non fa paura, borsa Usa verso nuovi record. Vola Qualcomm, mentre Moderna paga outlook vaccini con tonfo -16%
Wall Street positiva, con lo S&P 500 che avanza per la sesta sessione consecutiva, viaggiando a livelli record così come il Nasdaq e il Dow Jones. Ieri tutti e tre gli indici hanno testato nuovi valori massimi di chiusura dopo l’annuncio dell’avvio del tapering da parte della Fed.
Lo S&P 500 ha guadagnato questa settimana l’1,2%, portando i suoi rialzi da inizio anno a +24%. Alle 14.50 ora italiana circa, il Dow Jones è piatto con una variazione pari a -0,06% a 36.137 punti; lo S&P 500 avanza dello 0,24% a 4.676 punti; il Nasdaq sale dello 0,57% a 15.900.
Al termine della riunione di due giorni il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale americana, ha diramato un comunicato, in cui si legge che il tapering dei suoi acquisti di bond inizierà “alla fine di questo mese”, con una riduzione che sarà, su base mensile, di $15 miliardi.
In particolare, gli acquisti di Treasuries saranno ridotti ogni mese di $10 miliardi e quelli di titoli garantiti dai mutui di $5 miliardi.
Nessun timore da parte di Wall Street, che continua a inanellare nuovi record.
Così ha commentato il trend della borsa Usa George Ball, presidente di Sanders Morris Harris, stando a quanto riporta il sito della Cnbc:
“L’annuncio del tapering da parte della Fed rimuove una preoccupazione minore, che comunque incombeva sui mercati, visto che gli investitori attendevano questo momento da mesi (..) L’annuncio – ha continuato Ball – è un segnale di solidità economica, fattore positivo per gli utili societari e per i mercati”.
Tuttavia rimane il dubbio, manifestato da diversi economisti, che la Fed stia sottovalutando la minaccia dell’inflazione.
“Crediamo di poter essere pazienti e che questo non sia il momento di alzare i tassi di interesse”, ha detto infatti il numero uno della Fed Jerome Powell, durante la conferenza stampa successiva all’annuncio dei tassi, che sono stati lasciati invariati attorno allo zero. Sul fronte dell’inflazione, ha rassicurato il banchiere centrale, “non abbiamo prove di una spirale salari-prezzi” e “l’inflazione è provocata dal strozzature (nella catena dell’offerta) e da una domanda molto forte”.
“Monitoreremo attentamente” la situazione, ha continuato il banchiere centrale, ma “non prevediamo un aumento preoccupante dei salari”. Certo, ha ammesso Powell, “l’inflazione è più alta di quanto avessimo anticipato”.
In particolare gli analisti di ING non hanno fatto nulla per nascondere il loro scetticismo:
ING non fa nulla per nascondere il proprio scetticismo:
“Ma L’economia sta rimbalzando e i rischi di inflazione stanno salendo, portandoci ancora a concludere che una politica restrittiva non sia poi così lontana”. Anche perchè, ricordano gli analisti, “il fatto che il costo del lavoro sia salito dell’1,3% su base trimestrale è un chiaro segnale della profondità e del respiro della minaccia dell’inflazione. In più, il balzo dei costi delle case e dei prezzi energetici e delle macchine usate rende molto probabile che l’indice dei prezzi al consumo, in Usa – termometro delle pressioni inflazionistiche – balzi oltre il 6% per tutto l’inverno, a fronte di un rialzo superiore a +5% della componente core. Considerando questo contesto, l’asserzione della Fed, secondo cui ‘le aspettative sull’inflazione di più lungo termine rimangono ben ancorate al 2%’ appare sempre meno credibile, quando guardiamo ai risultati del sondaggio
Da segnalare che oggi è arrivato l’annuncio della Bank of England, banca centrale del Regno Unito, che ha reso noto di aver lasciato i tassi principali di riferimento invariati al minimo storico dello 0,10%. La BoE ha praticamente sfidato i mercati, che avevano previsto un aumento dei tassi. E’ vero che, nel mese di settembre, l’inflazione UK ha rallentato il passo, salendo del 3,1% su base annua, ma per gli economisti si tratta di una semplice pausa, dopo il +3,2% di agosto, il rialzo più forte dal 1997, ben superiore al target di inflazione della Bank of England, pari al 2%.
Tra i titoli protagonisti a Wall Street, si mette in evidenza il balzo di Qualcomm, che segna un rally di oltre il 13%, dopo la pubblicazione di una trimestrale migliore delle attese, che ha messo in evidenza un balzo delle vendite di chip per smartphone pari a +56%. Il gruppo ha anche fornito una solida guidance per il quarto trimestre.
Buy anche su MGM, in crescita fino 5% dopo che l’operatore di casinò ha annunciato un piano per vendere le sue attività del casino Mirage di Las Vegas a un altro operatore. MGM ha tuttavia precisato che nessun accordo è stato ancora raggiunto e non ha fatto neanche il nome di eventuali potenziali acquirenti.
Moderna, produttore di vaccini anti-Covid 19, capitola del 16%, dopo aver rivisto al ribasso l’outlook sul fatturato legato alla distribuzione dei vaccini.