Wall Street guardinga, attende Powell dopo dato inflazione. Focus su Goldman, JPMorgan e Pepsi post bilanci. Sell su Boeing (-3%) dopo l’annuncio
Wall Street poco mossa, all’indomani dei nuovi record testati da tutti e tre i principali indici azionari americani. Il Dow Jones perde lo 0,05% a 34.977 punti circa; lo S&P segna un calo dello 0,13% a 4.379 punti, mentre il Nasdaq perde lo 0,20% a 14.701 punti.
Ieri a Wall Street il Dow Jones Industrial Average ha chiuso in rialzo di 126,02 punti a 34.996,18 punti, a un passo dalla soglia dei 35.000 punti, mentre lo S&P 500 è salito dello 0,35% a 4.384,63. Il Nasdaq Composite ha archiviato la sessione di Wall Street avanzando dello 0,21% a 14.733,24 punti.
Market mover odierni dei mercati sono la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo Usa, termometro dell’inflazione negli Stati Uniti, e l’inizio della stagione degli utili trimestrali (relativi al secondo trimestre).
Il dato sull’inflazione ha confermato la fiammata dei prezzi, già annunciata con i numeri dei mesi scorsi, alimentando il timore di un surriscaldamento dell’economia, dunque di un tapering del QE da parte della Fed e di un successivo rialzo dei tassi prima del previsto. L’indice dei prezzi al consumo è volato a giugno del 5,4% su base annua, al ritmo più veloce degli ultimi 13 anni, ben oltre il +4,9% atteso dal consensus e dopo il +5% di maggio. Escluse le componenti più volatili dei prezzi dei beni energetici e alimentari, il dato è balzato del 4,5%, rispetto al +4% stimato dal consensus, dopo il +3,8% di maggio e al record dal settembre del 1991.
L’indice è salito inoltre dello 0,9% su base mensile, rispetto al +0,5% atteso e al +0,6% precedente. In rialzo dello 0,9% su base mensile anche la componente core, ovvero il dato ex prezzi dei beni energetici e alimentari, rispetto al +0,4% atteso e al +0,7% di maggio.
A questo punto, fondamentali saranno le nuove indicazioni che arriveranno dal numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell. Powell interverrà alla Camera e al Senato Usa domani 14 luglio e dopodomani, 15 luglio, in occasione delle sue audizioni di politica, al Congresso Usa, di metà anno.
Un nuovo auspicio ad agire contro il surriscaldamento dell’economia americana è arrivato qualche ore fa da James Bullard, presidente della Fed di St. Louis. “Credo che ci troviamo in una posizione molto buona per lanciare il tapering”, ha detto Bullard, in una intervista rilasciata al Wall Street Journal. “Sono un po’ preoccupato che la Fed stia alimentando una bolla immobiliare”, ha aggiunto il banchiere, precisando comunque di non prevedere “alcun rialzo dei tassi fino alla fine del 2022”.
Bullard non è al momento esponente votante del Fomc – il braccio di politica monetaria della Federal Reserve – ma lo sarà presto, a partire dall’anno prossimo.
Rimane praticamente non pervenuta la reazione del mercato dei Treasuries che, dopo essere saliti fino all’1,37% dopo la diffusione del dato, scendono di nuovo attorno all’1,356%, rispetto all’1,78% testato a marzo e all’1,58% a cui viaggiavanoall’inizio di luglio.
Oggi è iniziata la stagione degli utili trimestrali in Usa, con l’attenzione focalizzata sui bilanci delle banche.
Prima dell’inizio della giornata di contrattazioni, hanno diffuso i loro bilanci JP Morgan e Goldman Sachs.
JP Morgan ha comunicato di aver concluso il secondo trimestre del 2021 con utili netti per un valore di $11,9 miliardi, o $3,78 per azione, in crescita di $7,3 miliardi. Al forte rialzo ha contribito il rilascio di $3 miliardi delle riserve che erano state accantonate per far fronte a eventuali perdite sui crediti, o crediti deteriorati (NPL). Il fatturato netto è sceso del 7% a $31,4 miliardi. Il margine di interesse netto è stato pari a $12,9 miliardi, in flessione dell’8% su base annua. L’utile per azione, pari a $3,78, è stato superiore ai $3,21 attesi dal consensus di Refinitiv, in rialzo di ben +132% su base annua.
Focus sul bilancio, anche, di Goldman Sachs. Nel dettaglio, l’utile netto è salito a quota 5,35 miliardi di dollari, ossia 15,02 dollari ad azione, contro i 197 milioni, ossia 53 centesimi ad azione, di un anno fa. Il consensus FactSet indicava un utile per azione (Eps) di 10,25 dollari.
Nel trimestre in esame i ricavi sono saliti del quasi il 16% a 15,39 miliardi, ben oltre il consensus fermo a 12,31 miliardi, ma hanno evidenziato una flessione di circa il 13% rispetto ai primi tre mesi del 2021. Goldman ha inoltre fatto sapere di avere rivisto al rialzo il dividendo trimestrale, portandolo a 2 dollari ad azione contro ai precedenti 1,25 dollari ad azione, con la nuova cedola in pagamento il prossimo 29 settembre.
Secondo gli analisti le banche Usa, in generale, comunicheranno trimestrali che metteranno in evidenza come, nel secondo trimestre del 2021, abbiano raddoppiato gli utili rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In particolare, i dati di FactSet indicano un tasso di crescita degli utili delle banche più che doppio, pari a +119,5% su base annua, nel secondo trimestre dell’anno.
I titoli JP Morgan e Goldman Sachs sono in ribasso.
Attesi per domani, 14 luglio, i risultati di bilancio di Bank of America, Citigroup e Wells Fargo; Morgan Stanley comunicherà il suo bilancio giovedì.
Tra i titoli ex banche, protagonista del Dow Jones è il colosso aerospaziale Boeing, che si è trovato costretto a rivedere al ribasso il target per le consegne dei suoi aerei 787 Dreamliner che non ha ancora consegnato, a causa del rinvenimento di alcuni difetti in alcuni dei suoi jet.
Boeing ha annunciato che consegnerà meno della metà dei Dreamliner che ha già prodotto ma che non ha ancora venduto ai clienti, dopo la revisione compiuta dall’autorità di controllo Federal Aviation Administration. Il titolo soffre un calo superiore a -3%.
Bene il titolo PepsiCo, dopo che il colosso delle bevande analcoliche ha comunicato di aver concluso il secondo trimestre dell’anno con un utile netto di $2,36 miliardi, o $1,70 per azione, in rialzo rispetto agli $1,65 miliardi, o $1,18 per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Su base adjusted, l’utile per azione è stato pari a $1,72, rispetto agli $1,53 stimati. Il fatturato è stato pari a $19,22 miliardi, in crescita del 20,5% su base annua, e rispetto ai $17,96 miliardi attesi.