Wall Street: futures positivi, Facebook e Big Tech in rimonta. Prosegue rally petrolio, Brent oltre $82
Futures Usa positivi, grazie alla rimonta dei titoli tecnologici che ieri, attaccati dai sell off, avevano portato il Nasdaq a cedere più del 2%.
I futures sul Dow Jones salgono di 120 punti circa (+0,34%), a 33.988 punti; i futures sullo S&P 500 avanzano dello 0,35% a 4.305 punti circa, così come guadagnano lo 0,35% anche i futures sul Nasdaq, a quota 14.517.
In evidenza Facebook, che sale dell’1,5% dopo aver perso il 5%.
Le quotazioni del colosso di Mark Zuckerberg hanno scontato sia il caso della whistleblower, che ha definito il social networking “traditore della democrazia”, che il peggiore down dal 2008 che ha colpito le piattaforme Facebook, Instagram e Whatsapp.
Salgono in pre-mercato anche Amazon, Apple, Microsoft e Netflix.
Ieri il Dow Jones Industrial Average è sceso di 323,54 punti a 34.002,92 punti, lo S&P 500 ha perso l’1,3% a 4.300,46 punti, mentre il Nasdaq Composite è scivolato del 2,1% a 14.255,48. Gli indici sono stati affossati, in particolar modo, dal trend negativo delle Big Tech, che hanno continuato a scontare, in quanto azioni growth, il rialzo dei tassi dei Treasuries Usa, sebbene limitato all’1,48%, rispetto al massimo dal mese di giugno all’1,56% testato la settimana scorsa. Oggi i tassi avanzano oltre la soglia dell’1,50%.
In generale, negli Stati Uniti, continuano a tenere banco i timori di una crescita dell’inflazione più alta delle attese, e dunque di un rialzo dei tassi sui fed funds da parte della Federal Reserve in anticipo rispetto alle stime.
Il sell off di ieri ha portato il Nasdaq Composite a scendere a un valore inferiore del 7,5% rispetto al suo precedente record, e lo S&P 500 al di sotto del 5,4% del precedente massimo.
Continuano a salire i prezzi del petrolio, dopo l’annuncio dell’Opec+, che ha confermato l’aumento dell’offerta di petrolio a 400.000 barili al giorno per il mese di novembre.
Nelle ore precedenti, si era parlato della possibilità che l’Opec+ aumentasse l’offerta, cosa che non è avvenuta.
Il rally continua, con il WTI che inanella nuovi record oltre la soglia di $78 al barile, al record dal 2014, e il Brent che supera anche quota $82.