Wall Street futures pagano sell su Apple e Amazon (-9,7%). Nasdaq scivola di oltre -1,3%, ma bene Tesla e Twitter
Futures Usa in ribasso: pesano i risultati di bilancio di Apple (che limita i danni a -1,7%) e Amazon, che collassa di quasi -10%. Entrambi i giganti tecnologici hanno confermato come anche le Big Tech non siano immuni al mutato scenario macroeconomico.
Alle 14 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones scendono dello 0,46% a 33.673 punti; quelli sullo S&P 500 cedono lo 0,99% a 4.245 mentre quelli sul Nasdaq scivolano dell’1,35% a 13.273. Ieri lo S&P 500 è salito del 2,47% a 4.287,50; il Dow Jones Industrial Average è avanzato di 614,46 punti, o 1,85%, a 33.916,39 punti, il Nasdq è scattato con un rally superiore +3%, chiudendo a 12,871.53.
Wall Street si avvia a concludere un aprile da dimenticare: il Dow Jones ha ceduto il 2,2%, mentre lo S&P 500 è sceso del 5,4%. Decisamente peggio il Nasdaq, che si appresta a concludere il mese peggiore dal marzo del 2020, in flessione del 9,5%.
A dirlo d’altronde è stato lo stesso ceo di Apple Tim Cook, durante la call con gli analisti indetta per commentare il bilancio:
“Voglio riconoscere le sfide a cui stiamo facendo fronte, rappresentate dalle strozzature delle catene di approviggionamento – provocate dal Covid, dalla scarsità di silicone (materia prima utilizzata per i prodotti Apple) e dalla devastazione della guerra in Ucraina – ha detto Cook, ammettendo che “Noi non siamo immuni a queste sfide”.
Sul titolo pesano gli avvertimenti lanciati dal cfo Luca Maestri, che ha parlato anche lui delle diverse sfide a cui Apple fa fronte, incluse le strozzature delle catene di approviggionamento, dando anche una cifra sul costo di questi problemi: un ammontare compreso tra $4 e $8 miliardi che potrebbe incidere negativamente sulle vendite.
Passando ai numeri, l’eps di Apple si è attestato nel primo trimestre a $1,52, meglio degli $1,43 attesi. Il fatturato è stato pari a $97,28 miliardi, meglio dei $93,89 miliardi attesi e in crescita dell’8,59% su base annua.
Numeri bene o male di tutto rispetto, che sono stati tuttavia più che compensati dalla cautela mostrata dal management guardando al futuro.
Amazon fa peggio in borsa, con il titolo che soffre un tonfo fino a -10% subito dopo la diffusione della trimestrale.
Il colosso fondato da Jeff Bezos ha riportato nel primo trimestre la prima perdita dal 2015, scontando il suo investimento nel produttore di auto elettriche Rivian.
Anche Amazon, così come Apple, ha lanciato inoltre avvertimenti sulle sfide che si presenteranno nei prossimi mesi. Il gigante dell’e-commerce ha annunciato di aver perso $3,8 miliardi, a causa della perdita dell’investimento effettuato in Rivian ammontata alla cifra astronomica di 7,6 miliardi di dollari.
Amazon ha poi comunicato di stimare per il trimestre attuale una perdita operativa compresa tra $1 e $3 miliardi, decisamente peggio degli utili di $6,8 miliardi che sono stimati in media dagli analisti interpellati da Bloomberg.
Ciò che spaventa di Amazon è che la crescita del fatturato è stata di appena il 7% nel primo trimestre, rispetto al boom +44% del primo trimestre del 2021: il ritmo è il più basso di ogni trimestre dal periodo dello scoppio della bolla speculativa dot-com del 2001, e conferma anche il secondo trimestre consecutivo in cui il fatturato è salito di una sola cifra su base percentuale.
Occhi puntati a Wall Street anche su Tesla, dopo che si è appreso che il suo ceo Elon Musk ha venduto azioni del colosso produttore di auto elettriche per un valore di $4 miliardi, nei giorni successivi al lancio dell’offerta per acquisire il controllo della società di microblogging.
La maggior parte degli acquisti è avvenuta nella giornata di martedì, proprio quando le quotazioni del titolo Tesla sono affondate del 2% circa.
Il ceo di Tesla e SpaceX ha smobilizzato in tutto 4,4 milioni circa di azioni Tesla. Tesla recupera tuttavia in premercato salendo dell’1,61% mentre Twitter avanza dello 0,75%.